venerdì 13 luglio 2007

I monti Prenestini

I monti Prenestini fanno parte dell'Appennino laziale. Si trovano ad est di Roma, tra le valli dell'Aniene (a nord) e del Sacco (a sud) e si continuano a N-O con i monti Tiburtini e a N-E con i Ruffi. A sud si trovano i Colli Albani.
Geologicamente sono di origine calcarea. Gli affioramenti che si si trovano infatti sono calcari, calcareniti e marne di origine compresa tra il Cretaceo ed il Miocene superiore, che appartengono alla successione sabina. Questa costituisce la zona di transizione tra il margine della piattaforma laziale-abruzzese ed il contiguo bacino pelagico umbro-sabino. Insieme ai monti Lucretili, Tiburtini e Cornicolani costituiscono una delle unità strutturali della cosiddetta Falda Sabina (limiti geografici della falda sono Antrodoco-Olevano). Esse nascono, per farla semplice, dalla attività tettonica compressiva che si è avuta in epoche geologiche diverse, delle falde della piattaforma in questione.
Sulla sommità dei Prenestini sorge il borgo abitato di Guadagnolo, il più alto del Lazio (1218m).
Altri centri abitati molto suggestivi dal punto di vista sia storico-architettonico che paesaggistico, sono Capranica Prenestina (915m), Rocca di Cave (933m) e Castel San Pietro Romano (752m).
La vista che si gode da questi monti è spettacolare, perché dominano a S-E sulla valle del Sacco e di fronte si possono ammirare i colli Albani e i monti Lepini; a nord guardano la valle dell'Aniene e l'appennino laziale e ad Ovest è ben visibile la città di Roma in tutta la sua grandezza, che soprattutto di notte, con le sue luci, crea un'atmosfera unica.
Ai piedi dei monti sorge la città a cui devono il nome: Palestrina, che in antichità si chiamava Preneste appunto. Tale cittadina sorge a sud, proprio sulle pendici dei monti a 450 metri di altezza. Essa merita sicuramente nota (e ne parlerò nei prossimi post) per la sua storia molto ricca sia dal punto di vista artistico che architettonico e soprattutto per il famoso tempio della Dea Fortuna Primigenea.
I monti sono brulli ed è praticata soprattutto la pastorizia. Si può trovare una ricca vegetazione di ginestre, che in primavera creano una ricca infiorescenza gialla. Sono presenti piccoli boschi costituiti soprattutto da roveri e castagni. Più a valle si trovano grandi distese di oliveti e vigneti. Di questi ultimi il più famoso e degno di nota è senz'altro il cesanese nella zona di Olevano Romano, da cui prende il nome il vino cesanese appunto.
Il clima è relativamente secco, se paragonato ai vicini appennini e piuttosto ventoso.

4 commenti:

OrsoBruno ha detto...

Vedo che la "blog mania" ti ha colpito in pieno...DROGATO!!!!!!

Emiliano ha detto...

Zitto che mi stavo rincojonendo di fronte al PC. Ho dovuto chiudere tutto e riaccendere, che non mi caricava più niente!
Però la cosa va abbastanza bene.
Devo solo velocizzarmi.
Grazie mio "fedele" lettore!!!

nello paolacci ha detto...

finalmente! non sono molto esperto ma cocciuto come un Guadagnolese non mollerò MAI!!!! Ho scattato delle foto di orchidee selvatiche a primavera nella momntagna di Guadagnolo e vorrei inserirle mi fate copire che cosa devo fare??
nello Paolacci npaolacci@alice.it

Anonimo ha detto...

Salve, sono Luca Bellincioni autore di Ambiente e Paesaggio 2000 (http://ambientepaesaggio2000.splinder.com/) e segretario dell'Ass. Cult. Onlus Oreas. Assieme ad altri soci, sono tornato sabato scorso - dopo un'assenza di qualche mese - a Capranica e come sempre ho fatto una bella passeggiata sulle colline lungo la strada per Guadagnolo. Ho tuttavia notato con orrore e preoccupazione che è stato installato nella zona un anemometro, mentre un secondo è situato in direzione di Rocca di Cave e del ripetitore. Sapevo di un vecchio progetto per una centrale eolica da parte del Comune di Capranica, ma non credevo che esso poi sarebbe stato perseguito sul serio, visti i vincoli che gravano su quel territorio. Ora invece mi par di capire che sia in uno stadio di progettazione piuttosto avanzato e già l'installazione del solo anemometro ha danneggiato il paesaggio e il terreno dove è stato posto. Pensiamo allora alla possibile realizzazione di un impianto così impattante e devastante come una centrale eolica industriale, con i suoi danni irreversibili all'ambiente e al paesaggio. Auspico che - tramite l'interessamento dell'opinione pubblica e del mondo degli escursionisti romani e non - tale ipotesi scellerata e demenziale possa essere bloccata sul nascere, e rimango in attesa di vostre novità, ed eventualmente di consigli su come poter contribuire alla tutela del magnifico crinale di pascoli fra Capranica e Guadagnolo: un paesaggio di rara bellezza che come sappiamo bene tutti è l'unico vero patrimonio di Capranica, su cui sarebbe oppurtuno iniziare seriamente ad investire; pensiamo alle pubblicità per le automobili che troverebbero proprio in questo scenario una location ottimale; oppure al turismo culturale legato alla vicina Capitale, che potrebbe attrarre turisti che volendo comunque visitare Roma preferiscono però pernottare non nel solito hotel ma in qualche luogo ameno nelle vicinanze; oppure infine all'ovvio turismo ambientale sempre più in sviluppo in Italia laddove si abbia investito nella tutela, nella valorizzazione e nella promozione delle risorse locali. Queste sono solo alcune delle potenzialità di un territorio straordinario, che non può essere rovinato da progetti assolutamente negativi come l'eolico industriale, soltanto perché il Comune deve far quadrare i conti. Se nei Comuni gli amministratori sperperano denaro pubblico, cosa c'entra con ciò l'ambiente naturale, che è patrimonio irriproducibile di tutti noi e di chi ci seguirà nei secoli prossimi?!?!?!??! Ma siamo pazzi?!?!? E poi ancora che qualcuno insiste che l'eolico è un'energia pulita perché non emette co2: e il consumo del territorio che l'eolico produce non è inquinamento lo stesso? Non è comunque un contributo alle emissioni di co2? Non sarebbe viceversa più intelligente effettuare opere di riforestazione in ambiti agricoli e naturali e di relegare tecnologie impattanti come l'eolico meramente in ambiti industriali? Infine: ancora c'è chi pensa che si possa aiutare l'ambiente globale devastando l'ambiente locale?!?!?! Ma si può essere più cretini ed ignoranti?!!?! Cordialmente,
LB