lunedì 30 luglio 2007

Finalmente un breve respiro

In questi giorni di afa ed incendi, l'aria fresca che giungendo da nord sta dando luogo ai temporali e al calo delle temperature è bene accetta da tutti. Soprattutto dai boschi, martoriati dagli incendi e dalla siccità. Certamente un bel respiro per quanti sono impegnati nell'opera di spegnimento dei numerosi incendi. Sicuramente per i tanti coltivatori.
Purtroppo non tutto è perfetto e vista la notevole quantità del caldo degli ultimi giorni tali temporali saranno localmente molto violenti, con raffiche di vento e grandinate. Il che mette a rischio le piantaggioni ed i frutteti. Inoltre i temporali saranno sparsi e perlopiù confinati sulla dorsale appenninica e il meridione non dovrebbe essere raggiunto.
Ma vediamo nel dettaglio cosa aspettarsi. Una vasta depressione è presente sulla penisola Scandinava e porta su buona parte della Mittel Europa aria fredda ed instabile. L'Italia è colpita marginalmente da tale area, però l'indebolirsi dell'alta pressione delle Azzorre farà entrare questa aria fredda. Le regioni di nord-est sono quelle più esposte e già oggi ci sono stati violenti temporali e grandinate. Temporali lungo l'arco alpino e sulla pianura padano-veneta.
Le regioni centrali vedranno lo sviluppo di temporali soprattutto nelle zone appenniniche. Più colpite saranno le regioni Adriatiche, esposte alle correnti settentrionali.
Il sud sarà protetto dall'alta pressione ancora.
Ovunque ci sarà un calo delle temperature, più deciso nelle regioni del nord e centrali adriatiche.
Venti da nord-est moderati. Rinforzi in Adriatico.
Domani ancora instabilità pomeridiana sui rilievi del centro-nord, con possibili temporali associati.

martedì 24 luglio 2007

VIII Edizione:"Pietre che Cantano"

Si inaugura questa settimana (dal 27 luglio al 21 agosto) l’ottava edizione del Festival Internazionale di Musica “Pietre che cantano” che coinvolge alcuni borghi storici delle immediate vicinanze dell’Aquila, sulle pendici del Sirente, lungo la Valle del fiume Aterno. Le “Pietre” sono quelle delle chiese, dei monasteri e delle ville private del XIII, XIV, e XV secolo, che ospitano i concerti, e sono quelle del bellissimo paesaggio montano abruzzese, antico e silenzioso, e percio’ ancora propizio all’ascolto della grande musica. Il direttore artistico del festival, la pianista Luisa Prayer, propone da alcuni anni un itinerario musicale ed artistico che di questi segreti luoghi racconta la storia, mettendone in evidenza le grandi potenzialita’ di suggestione estetica e culturale. Un gruppo internazionale di artisti di altissimo livello si incontra e fa musica insieme qui, durante il Festival, ritrovandosi ogni anno con un pubblico appassionato e fedele alla bella occasione. Intorno ai temi complementari di “Sogno e Natura”, si tesse quest’anno la trama dei concerti, delle conferenze e degli spettacoli che si terranno a Ocre, Fossa, San Demetrio ne’ Vestini, Villa Sant’Angelo dal 27 luglio al 21 agosto: quattordici appuntamenti che potranno allo stesso tempo divertire e soddisfare i palati piu’ esigenti. Accanto ai concerti di musica classica, spettacoli teatrali e appuntamenti dedicati al jazz, ai ritmi latini, alla musica etnica. Alla presenza della presidente della Provincia, Stefania Pezzopane, che ha seguito la manifestazione sin dalle prime edizioni con grande attenzione, dell’Ing. Di Marco, presidente della Comunita’ Montana Amiternina, dei sindaci ,del segretario Generale della Fondazione Carispaq, Ernesto Macioci, e del Maestro Vittorio Antonellini, direttore dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese, Luisa Prayer, direttrice artistica del Festival, ha illustrato il programma della manifestazione, che quest’anno ha ottenuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, “un riconoscimento esclusivo”, ha detto la presidente Pezzopane,” che premia la storia di una manifestazione ormai radicata nel territorio”.


Tratto da: danza oggi

Convegno a Rocca di Mezzo sull' "Appennino Parco D'Europa" (APE)

Si terrà mercoledì 1 Agosto 2007 dalle ore 15.30 a Palazzetto Aia della Fonte - Rocca di Mezzo (AQ)- il convegno dal titolo: "Un patto solidale tra montagna e città. Il ruolo di APE (Appennino Parco d'Europa) per il controllo e la mitigazione dell'impatto antropico sui sistemi naturali".
Il convegno è organizzato dal Parco Sirente Velino in collaborazione con la Regione Abruzzo e l'Università degli Studi di L'Aquila. A seguire, presso il Giardino di Villa Cidonio - sede del Parco Regionale Sirente Velino - sarà offerto un assaggio di prodotti tipici di montagna e dalle ore 21.30 si esibirà il Quintetto Cameristico Deltensemble con il recital Poetico-musicale "Adagio transumante".
Questo il Programma degli interventi:

ore 15,30 Introduzione ai lavori


dott. arch. Antonio Sorgi
direttore regionale parchi-territorio ambiente-
energia
Prof. Ing. Gianfranco Totani
(Università degli studi di L’Aquila)

ore 16,00 Saluti delle autorità
Assessore Regionale Parchi-Territorio-
Ambiente Energia
Ing. Franco Caramanico
Sindaco di Rocca di Mezzo
Ing. Emilio Nusca
Pres. Parco Regionale Sirente Velino
Prof. Nazzareno Fidanza
Presidente Provincia di L’Aquila
Stefania Pezzopane
Magnifi co Rettore Università degli studi di
L’Aquila
Prof. Ferdinando di Orio
Comandante Regionale C.F.S. Abruzzo
Dirigente Superiore
Dott. Davide De Laurentis
Presidente Comunità Montana Sirentina
Giuseppe Venta
Wayne State University Detroit
Prof. Raffaele De Benedictis

Ore 16, 45 Interventi
Prof. Ing. Giarrenzo Remedia
(Mutamenti Climatici)
Prof. Dott. Aldo Lepidi
(Bilancio del ciclo Bio-geochimico del
carbonio: Impatto antropico e nuove
situazioni di equilibrio)
Prof. Ing. Francesco Tironi
(La conoscenza del contesto e le identità
ambientali)
Dott. Gualberto Mancini
Vice Questore A. Forestale
Capo Ufficio Territoriale per la Biodiversità
di L’Aquila
(Biodiversità forestale nel Parco Regionale
Sirente-Velino)

ore 18,00 Tavola rotonda e dibattito


ore 18,45 Presentazione del volume:
“Tratturi e transumanza:
Patrimonio dell’Umanità”
di autori vari

ore 19,30 Conclusioni
Ing. Franco Caramanico
Assessore regionale parchi-territorio ambiente-
energia
Presso il Giardino di Villa Cidonio
sede del Parco Regionale Sirente Velino

ore 20,00 assaggio prodotti tipici di montagna


ore 21,30 Quintetto Cameristico Deltensemble
Recital Poetico-musicale
“Adagio trandumante”
Testo di Elio Peretti
Musiche di
F. Casu, C. Colangeli, G. Totani

Fonte: parks.it

Ancora incendi. Precipita un Canadair vicino L'Aquila

Questi giorni stanno divampando numerosi gli incendi e si fa difficoltà a raccontarli tutti.
Già stamattina ci sono 8000 uomini, 1700 carri dei vigili del fuoco e 30 mezzi aerei in tutta Italia, impiegati nello spegnimento dei roghi.
Ieri mattina, in ritorno da Reggio Calabria in auto, ho potuto vederne decine, senza esagerare. La Calabria era letteralmente in fiamme da sud a nord! Dall'Aspromonte, passando per Sila e Pollino, era una lunga e triste catena di colonne di fumo, fiamme e vaste aree nere, incenerite, boschi compresi! Lungo l'autostrada erano presenti vasti roghi, a partenza spesso dai bordi dell'autostrada, il che significa che verosimilmente possa essere stata l'imprudenza di qualche automobilista fumatore a scatenare le fiamme! Ho visto Vigili del Fuoco a non finire, elicotteri e Canadair. Sembrava quasi una scena di guerra! E sono stato anche fortunato, perché sono riuscito a passare prima che chiudessero l'autostrada (che è stata chiusa fino a sera). Alla fine ieri sono stati 16 i roghi nella regione che hanno avuto bisogno dell'intervento aereo.
Sempre ieri sui Monti Ernici era visibile un largo fronte di fumo nei boschi sopra Piglio (FR). Stamattina un vasto incendio è segnalato nella zona dei Castelli Romani, vicino Castel Gandolfo. Sono in azione i Canadair.
Le altre regioni in cui si è dovuto ricorrere all'intervento dei Canadair sono state Sicilia (10 interventi), Sardegna (8 interventi), Lazio, Marche e Abruzzo e proprio qui ieri verso le 19 un Canadair della protezione civile è precipitato, per domare un incendio nella zona di Acciano (Aq). Improvvisamente si sono persi i contatti radio; pochi minuti dopo la notizia della caduta. Il pilota è deceduto, mentre il copilota è grave ed è ricoverato presso l'ospedale di L'Aquila. Cordoglio è stato espresso dal presidente del Consiglio, Romano Prodi, mentre il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso è partito per l'Abruzzo per stare vicino al ferito e sincerarsi di quanto accaduto.
Ricordo a tutti i numeri utili per segnalare un incendio: il 1515 del corpo forestale dello stato e il 115 dei vigili del Fuoco.

lunedì 23 luglio 2007

Scala il Gran Sasso a 90 anni

Il 9 luglio scorso un simpatico ed arzillo vecchietto 90enne di Paci di Urbania (PU) ha scalato il Gran Sasso, accompagnato dagli amici dell’associazione Il Ghiro, Tale impresa è stata da Guinness dei Primati. E’ la prima volta, infatti, che un 90enne scala una montagna che arriva a quasi 3 mila metri di altitudine (2912m è il Corno Grande).
“Sono soddisfatto – ha commentato Paci con un po’ di fiatone raggiunta la vetta- non pensavo onestamente di riuscire nell’impresa, ho festeggiato al meglio il mio compleanno”.Anche se il novantesimo anno di età ricorre il prossimo 6 ottobre, Paci ha dovuto portare a termine l’impresa ieri causa le condizioni meteo presenti nel mese autunnale, che non avrebbero di certo permesso la scalata fino alla cima del Gran Sasso. “Prossima tappa il Vettore –prosegue - spero che con questo mio gesto i giovani rispettino di più l’ambiente e lo salvaguardino, senza dimenticarsi che lo sport è salute e che la tenacia e la costanza portano a tagliere importanti traguardi nella vita”. La giornata assolata, ha reso l'impresa più bella.

Paci è arrivato in vetta accolto anche da altri escursionisti, che saputo del record, gli si sono avvicinati stringendogli la mano e chiedendogli foto ricordo. “Non pensavo certo di diventare famoso compiendo questa impresa –prosegue Paci- mi ha fatto comunque piacere diventare celebre per così poso e ricevere attenzioni da tanti, come se fossi una star”.In piena forma fisica, ottimo stato di salute anche nell’ultimo tratto di arrampicata dove si è aiutato con le mani, Paci ha raggiunto la vetta verso le 13, impiegandoci circa 3 ore e una manciata di minuti. Al suo fianco la figlia e un gruppo di amici, molti dei quali esperti escursionisti, tutti componenti dell’associazione Il Ghiro di Urbania, impegnata da anni, con in testa il suo responsabile Nico Amatori, nel promuovere l’educazione ambientale e sensibilizzare i giovani al rispetto della natura. “Paci è un esempio per tutti –afferma Nico Amatori- il suo è un record che nelle Marche è forse diventato quotidianità, visto l’alto numero di ultra centenari, la loro forma fisica legata a uno stato di vita sana, accompagnata da buon cibo, aria pulita, ingredienti che rendono la nostra regione una delle più longeve d’Italia”.

Che dire? Tanti auguri e mille di queste altre imprese al simpatico temerario Piero Paci!
[immagine di repertorio]

giovedì 19 luglio 2007

Cadlo afoso ed incendi

Questi giorni di metà luglio si stanno facendo ricordare per le temperature record (ovunque sulla penisola i valori vanno dai 35 ai 40 °C), e per gli incendi che scoppiano ogni giorno. Solo nella zona a sud della provincia di Roma in questa settimana ce ne sono stati sui Colli Albani, ben 2 sui Prenestini ed un paio alle porte di Roma. Un incendio molto vasto ha interessato l'aquilano, nella zona di Capestrano, il fumo si è spinto su tutta la piana di Navelli fino oltre L'Aquila. Appiccato da piromani, ha interessato la valle per oltre quattro giorni ed bruciato diversi ettari di bosco e macchia.
Molto spesso, come in questo caso, gli incendi sono dovuti molto spesso ad imprudenze di chi appicca fuochi a sterpaglie oppure ad automobilisti che buttano fuori l'auto sigarette ancora accese, fino a piromani che possono avere interessi più svariati, dalla semplice mitomania ad un piano strategico ben mirato di sabotaggio di un territorio per interessi economici, o addirittura per estorsione, come riportato da recenti rapporti del Corpo Forestale dello Stato.

Per la cronaca meteo il tempo si manterrà caldo afoso nei prossimi giorni, con temperature oltre i 35°C un pò ovunque con picchi di 40°C soprattutto al sud. Continuerà il caldo opprimente anche in montagna sull'appennino abruzzese, dove in questi giorni infatti si sono registrate temperature inusuali come i 33°C di Campotosto a 1408 m, di oggi o i 31°C a Campo Imperatore a 1600m di ieri.

Da domani un pò di nuvoloni si alzeranno al pomeriggio lungo l'arco alpino, con temporali associati. Anche lungo la dorsale appenninica si avrà lo sviluppo di nubi con fenomeni modesti o assenti però. Consiglio pertanto a chi si volesse avventurare in escursioni di dare un'occhiata alle previsioni meteo e al cielo!

martedì 17 luglio 2007

Il lago di Campotosto (AQ)

Ci troviamo in provincia di L'Aquila. Facilmente raggiungibile dalla SS 80, il lago di Campotosto occupa una superficie di 14 Km quadrati, si trova ad una altezza di 1313m sul livello del mare, all'interno di una conca, su un alto piano compreso tra le catene del Gran Sasso ad oriente e i monti della Laga ad occidente, nel cuore del parco nazionale omonimo. E' stato ricavato dallo sbarramento con diga del Rio Fucino e conseguente allargamento dell'altopiano torboso di Campotosto. Ha una profondità variabile tra 30 e 60 metri ed una capacità di invaso di circa 148000000 metri cubi. Fa parte degli impianti idroelettrici del fiume Vomano. Ha una forma grossolanamente a V e sulle sue sponde si affacciano 3 paesini. Quello di Mascioni, Poggio Cancelli e quello di Campotosto appunto. Quest'ultimo, è il più grande (633 abitanti), situato a 1420 m. Il lago è riserva naturale.
D'inverno il clima particolarmente rigido permette il completo congelamento del lago, con spessore del ghiaccio tale da potervi consentire di camminarci sopra (cosa che comunque sconsiglio). Le nevicate anche sono piuttosto abbondanti, questo fa sì che possa essere un luogo di escursioni per sci-alpinismo e sci di fondo.

D'estate invece intorno al lago è possibile percorrere numerose escursioni sia a piedi che in bicicletta, essendo numerosi i percorsi sia lungo lago che sui monti vicini. Un giro molto suggestivo da fare in bici (vista anche la distanza) è quello del lungo lago. Il percorso è pressochè pianeggiante, anche se non mancano i sali-scendi. Lungo il percorso è possibile ammirare il paesaggio, con i monti che si specchiano nel lago, nonchè la flora, composta in particolar modo da faggi, salici e le bistorte, ma anche da diversi cespugli, come i ginepri e molte specie erbacee e fiori. Molto caratteristiche sono i tonchi degli alberi che si trovano spesso lungo le rive (soprattutto nel ramo di Mascioni) che a seconda del livello dell'acqua possono spuntare dal lago, dipingendo un paesaggio fiabesco. Anche la fauna che si può incontrare è piuttosto variegata, potendo incontrare scoiattoli, lepri, tassi, volpi, cinghiali e lupi. Non di meno è possibile veder volare in cielo uccelli di ogni tipo, dai pettirosso, ai fagiani, fino ai grandi rapaci come il falco pellegrino e l'Aquila reale.

Per chi ama la pesca inoltre, molte sono le specie ittiche del lago, ma quelle che lo rendono famoso sono le trote, le tinche che possono raggiungere dimensioni notevoli e soprattutto i coregoni, pesci che arrivano a notevoli dimensioni che hanno creato una cucina con ricette deliziose da queste parti (come il coregone grigliato). Il mese migliore per la pesca è maggio.

Altro aspetto tipico del posto è la pastorizia suina,bovina ed ovina. Per tale motivo sono numerosissimi nella zona i produttori di formaggi, salumi e carni nella zona. Il più celebre salume è la mortadella di Campotosto, di forma ovoidale, doppia, è fatta con tagli di carne suina magra di prima scelta macinata a grana fine, condita con sale e pepe. Comunque lungo sia lungo la strada che conduce al paese, sia nel paese stesso, si trovano numerosi ristoranti che propongono tutti i piatti tipici della zona. E sono anche molto buoni!

lunedì 16 luglio 2007

Fiumata: le Sorgenti del fiume Aniene

L'escursione di cui parlo oggi è di tipo naturalistico. Ci si impiega tra andata e ritorno non più di 2 ore, per un dislivello di circa 200m . Il fiume Aniene nasce da sorgenti sotterranee, ha un'origine ad "Y" e il ramo orientale nasce sotto il monte Cotento, mentre l'altro sotto il monte Tarino, nei monti Simbruini. L'escursione di oggi vuole arrivare alle sorgenti sotto monte Cotento.
Il luogo in cui sgorga tale sorgente è da tutti conosciuto, in zona, con il nome di "Fiumata". Ci troviamo nei pressi del paese di Filettino (Fr). Provenendo dal Lazio, un paio di km prima del paese ci troviamo una strada sulla sinistra dove è indicato "Fiumata". Si percorre la strada per qualche Km. Ad un certo punto ci troviamo di fronte ad una biforcazione. Si prosegue verso destra (l'altra diramazione ci porta verso le altre sorgenti). Sulla nostra destra ci troviamo un ruscello e uno spiazzo per parcheggiare. Da qui ci troviamo un sentiero che passa al margine del ruscello. Per giungere alle sorgenti si risale il ruscello. L'acqua è fredda e limpidissima e si vedono spesso nuotare le trote tra le rocce e le radici degli alberi ai margini del ruscello. Durante la risalita si attraversa un bosco di faggi, molto bello e numerose aree aperte con prati verdi e fiori, il tutto accompagnato dal rumore dell'acqua che scorre e dai giochi di luce e forme che lo scorrere dell'acqua crea, nonché dai salti e le cascatelle. Durante la risalita, nei posti più diradati si ammira la figura del M. Cotento.

Continuando a salire nel bosco, ad un certo punto, quasi d'improvviso il ruscello scompare. In questo punto è possibile notare lo zampillare di acqua purissima, ottima anche da bere, da sotto le pietre, direttamente sul terreno. Il punto di arrivo in sè non ha una particolare attrazione, se non il fascino di trovarsi di fronte ad un ruscello che ti nasce letteralmente da sotto i piedi.

domenica 15 luglio 2007

Passeggiata vicino L'Aquila: la Crocetta a Monte Pettino

L'escursione che propongo oggi è molto semplice
e molti aquilani sicuramente la conosceranno.
Da L'Aquila si seguono le indicazioni per il convento di San Giuliano 756m, sotto monte Pettino. Si parcheggia la macchina nei pressi del convento, dopodiché, con le spalle al convento, c'è un sentiero che sale nel bosco sulla destra. Si entra nel bosco, costituito soprattutto da abeti e qualche rovere, si segue il sentiero per diversi Km. Il sentiero passa nel bosco ed è un po accidentato ogni tanto per via delle pietre. Quando la vegetazione è meno fitta è possibile ammirare bei paesaggi sulla valle Aterno e su L'Aquila. Si arriva così ad uno spiazzo, sempre nel bosco, dove c'è un vecchio fontanile. Da qui ci sono diversi sentieri. Per andare alla Crocetta, dobbiamo prendere quello che ci troviamo sulla destra. Qui bisogna fare attenzione, perché il sentiero passa nel bosco e non è segnato e si può perderlo facilmente. Seguendo questo sentiero si sale attraverso il bosco; in alcuni punti ci sono pendenze discrete. Si giunge ad un certo punto ad una zona un po più aperta dove ci sono diverse grandi rocce che rendono il sentiero più accidentato. Si continua a salire su pendenze discrete e dopo poco è ben visibile la Crocetta, una croce di metallo che segna la sommità del monte Pettino 1147m. Il punto panoramico è pochi metri prima della Croce, lì dove c'è una grossa roccia che affiora. Da qui è ben visibile tutta la città dell'Aquila e la valle Aterno. Inoltre di fronte a noi si staglia il monte Le Quartora e Monte Ocre 2204. Sulla sua sinistra è ben visibile il Sirente 2347m. Alla fine della vallata si vede bene il massiccio della Majella, mentre se ci giriamo di spalle alla vallata, ci troviamo di fronte la catena del Gran Sasso dove risultano ben visibili Pizzo Cefalone 2533mito alle sue spalle si innalza il Cono Grande 2912m.

Continuando oltre la crocetta ci troviamo di fronte una valle dove c'è un altopiano dedito in genere al pascolo di cavalli, molto suggestivo, contornato da monti molto boscosi che pian piano salgono verso il Gran Sasso. In questi boschi non è inusuale poter imbattersi nei cinghiali o se si è più fortunati (o sfortunati, dipende dalle circostanze) nei lupi. Comunque non ci sono mai stati problemi per le persone, anche perché la zona è molto percorsa.

Oltre tale altopiano, coperti alla vista dalle montagne ci sono, sulla destra il paese di Collebrincioni e a sinistra il paese di Arischia.

sabato 14 luglio 2007

Gran Sasso d'Italia (2° parte)

Ho scritto nel precedente post, delle due catene meridionale e settentrionale collegate da tre corridoi. Questi delimitano due conche. Quella del Venacquaro e quella di Campo Pericoli. Ad est di quest'ultima si apre invece la magnifica piana di Campo Imperatore, un altopiano a circa 16oom che si estende dalla base degli impianti sciistici dove arriva anche la funivia, tra il M. Scindarella, e il M. Aquila fino ai piedi di M. Bolza per una lunghezza complessiva di più di 20km. Questa piana scorre tutta entro le due catene ed è molto suggestiva per il paesaggio che ricorda gli altopiani tibetani (infatti viene chiamata il piccolo Tibet).

In epoca glaciale è stata molto forte l'attività glaciale, con ghiacciai che ricoprivano molta della superficie della catena. Oggi non resta che un piccolo ghiacciaio di circo, il Calderone nel versante nord del Corno Grande, lungo circa 400m e largo circa 300m e profondo più di 30m, che è l'unico dell'appennino ed è il più meridionale d'Europa. E' quasi interamente ricoperto da pietraie e nevai e soltanto sulla parete nord affiora una parete di ghiaccio ben visibile.

Essendo il Gran Sasso di origine calcarea ha un carsismo diffuso e vista la notevole abbondanza delle precipitazioni che raccoglie è una fonte idrica importantissima. Si ritrovano su ogni versante sorgenti d'acqua e anche lo scorrimento sotterraneo è molto diffuso, tanto che per la realizzazione del traforo che permette l'attraversamento della autostrada A24 dal versante aquilano all'altezza di Assergi, a quello Teramano all'altezza di Castelli, sono stati diversi gli incidenti anche mortali dovuti a questo fenomeno. Oggi si è visto anche che tale traforo ha compromesso una parte di quel bacino idrico e per questo sono sorte diverse dispute e manifestazioni che vanno contro una proposta per la realizzazione di un terzo traforo.
Il Gran sasso ospita due stazioni sciistiche: quella di Campo Imperatore (AQ) 2233-1700m accessibile con la funivia da Fonte Cerreto (Assergi) e Prati di Tivo (TE) 2050-1465m sull'altro versante, sotto il Corno Piccolo.
Sono inoltre presenti 3 rifugi ed un bivacco nell'area in cui ci sono le vette più alte, quella del Corno Grande, più un quarto rifugio ai piedi del M. Camicia.


La parete orientale del Corno Grande ed il Corno Piccolo in particolare offrono numerose vie alpinistiche di ogni grado di difficoltà.
La sua altezza ed il fatto di esser disposto parallelamente e relativamente vicino al mare Adriatico, lo espone ai venti settentrionali che danno luogo ad un clima particolarmente rigido e nevoso d'inverno, con temperature che nella piana spesso superano i -20°C e le nevicate spesso a tormenta (da stau quando i venti spirano dai quadranti orietali) possono durare dei giorni. Lo spessore della coltre nevosa non di rado supera i diversi metri di altezza.
D'estate il clima è invece quello tipico di alta montagna, fresco e ventilato se non addirittura freddo quando i venti settentrionali fanno sviluppare violenti temporali.
Visto il clima non è molto sviluppata l'agricoltura. Si coltivano più che altro leguminose. Famose sono le lenticchie provenienti di Santo Stefano di Sessanio (Aq). Altro prodotto tipico sono i liquori fatti con le radici di genziana e con le bacche di ginepro, piante molto numerose lì.
La pastorizia è prevalentemente ovina e bovina ed è tipica la transumanza, la migrazione dei pascoli dalle zone pianeggianti a quelle montane in estate.

Gran Sasso d'Italia (1° parte)


E' il gruppo montuoso appenninico più elevato d'Italia. Si trova nell'appennino centrale in Abruzzo e comprende le province di L'Aquila, Teramo e Pescara (nell'ultima porzione sud-est).
E' costituito da un massiccio calcareo mesozoico ed eocenico su cui poggiano calcari miocenici che si stagliano nettamente rispetto al terreno circostante di composizione marno-arenacea. Culmina nella vetta occidentale del Corno Grande 2912m. E' delimitato, partendo ad ovest dal passo delle Capannelle, dal Vallone delle Cese fino alla valle dell'Aterno tra Pizzoli e L'Aquila e da qui per la bassa valle Aterno e l'alta valle del Pescara fino a Scafa e di qui fino a Montorio al Vomano nel Teramano.


Orograficamente è costituito da due catene parallele orientate da ovest ad est, riunite nella zona centrale da rilievi trasversali. La catena meridionale è la più lunga e ha inizio al passo delle Capannele e si staglia fino a M. San Franco a 2132m dove ci sono le sorgenti del fiume Vomano e dove troviamo numerose caverne di origine carsica. Di qui continua per i monti Ienca 2208m, cima Malecoste 2444m, M. Portella 2385m, M. Scindarella 2237 fino a ridiscende pian piano ad est nei monti Bolza 1957m e Capo di Serre 1776m per finire a Forca di Penne dove sorge il torrente Cigno.


La catena Settentrionale è costituita dai mondi più alti ed aspri ed ha inizio ai piedi del M. Corvo 2626m, ad ovest e prosegue con Pizzo Intermesoli 2635m, il Corno Grande 2912m, il M. Aquila 2498m, il M. Camicia 2564m, per scemare nei monti Siella 2027m e Guardiola 1828m per ricongiungersi con la catena meridionale nella zona del M. Cappucciata 1802m. Le due catene si raccordano al centro da tre corridoi, uno tra Cima malecoste e Monte Corvo, l'atra tra M. Portella e il Corno Grande e la terza tra Pizzo Cefalone e Pizzo Intermesoli.

Escursione sul monte Calvo

Il monte Calvo 1898m fa parte del massiccio del monte Cavola, che proprio da tale monte prende il nome. Esso si estende fra le vallate dell'Aterno e del Velino, a cavallo delle province de L'Aquila e di Rieti. Deriva il nome dalla sua cima spoglia, rispetto ai boschi sottostanti (perlopiù roveri e faggi).

La passeggiata è relativamente breve ma discretamente impegnativa, visto il dislivello concentrato nei pochi km dell'ascesa (circa 400m) e tra andata e ritorno a passo non sostenuto ci si impiegano circa 3 ore.
In macchina, sia se si viene da L'Aquila che se si viene da Rieti, si deve percorrere la S.S. 17. Venendo da Rieti si supera la frazione di Rocca di Corno fino a giungere in Abruzzo. Dopo poca strada si troverà un'indicazione per Monte Calvo sulla sinistra. Si prende così per una stradina asfaltata stretta che sale per diversi km. Se si viene da L'Aquila si supera Scoppito e la frazione di Vigliano e la stradina ce la troviamo sulla destra dopo pochi km. La stradina finisce alla base di una centrale di antenne per le tele-comunicazioni. Già qui la vista è molto panoramica, aprendosi sulla valle Aterno, abbiamo di fronte a noi L'Aquila e sulla sinistra i massicci del Gran Sasso e della Laga.
Da qui la cima è visibile, essendo la zona completamente spoglia. Si comincia un sentiero che dapprima è brecciato e piuttosto largo (percorribile anche con un fuoristrada) e pianeggiante, che dopo breve però diviene sempre più ripido e meno demarcato. Fatto questo sentiero si arriva ad un fontanile per l'abbeveramento del bestiame. Da qui si prosegue praticamente a vista, non essendoci un sentiero battuto ne tanto meno segnato. La via sicuramente meno impegnativa è risalire, con le spalle al fontanile, verso destra in direzione della cima. Da qui la salita che si intraprende diventa molto ripida e faticosa. Si giunge a questo punto sul margine di una gola molto ampia (ce la ritroviamo sulla destra) e a questo punto si prosegue zig zagando o se si è particolarmente allenati "di petto" in direzione di una sella che si trova alla sinistra della vetta. Qui si trovano dei passaggi particolarmente ripidi. Si arriva così alla sella e a questo punto si prosegue salendo verso destra. La vetta è proprio di fronte e ben visibile per la presenza di una grande Croce di metallo. Giunti in vetta si aprirà un panorama molto ampio, essendo questa la cima più alta del massiccio non abbiamo coperture. Si apre di fronte a noi la vallata dell'Aterno con lo sfondo del massiccio della Maiella. Sulla destra avremo monte Ocre e le propaggini occidentali della catena del Sirente-Velino. ancora più a destra i boschi che ricoprono i monti sopra Sella di Corno. A sinistra invece si aprono di fronte a noi rispettivamente le catene del Gran Sasso, dove staglia roccioso il Corno Grande 2912m, e poi ancora Pizzo Cefalone, monte Corvo e poi spostandosi con lo sguardo troveremo un altopiano nel quale è visibile il Lago di Campotosto. A sinistra di questo si staglia la catena dei monti della Laga dal quale si staglia il monte Gorzano 2458m. Proseguendo ancora con lo sguardo si arriva a vedere nella sua interezza anche la catena dei monti Sibillini dove spicca con i suoi 2476m il monte Vettore. Con le spalle rivolte alla valle Aterno invece si noterà il profilo delle creste del massiccio del Cavola, che possono esser percorse se si vuole continuare l'escursione, per almeno il primo terzo di esse. Sullo sfondo delle creste è visibile la cima del monte Terminillo 2216m.

Soprattutto in primavera, dopo la fusione della neve è possibile
ritrovare una notevole varietà di fiori, che ricoprono fino a tingerli, i prati
per tutta la lunghezza dell'ascensione.

Portare sempre con se una maglia di ricambio ed una giacca antivento essendo la vetta molto esposta ai venti.

venerdì 13 luglio 2007

Escursione sul monte Viglio

Si può arrivare sulla cima con una bella camminata di circa 5 ore, non particolarmente impegnativa.Se si viene dal Lazio si va verso Filettino e poi si prosegue per Campo Staffi. Se si viene dall'Abruzzo si sale da Capistrello e si va in direzione Filettino. Arrivati a Passo Serra Sant'Antonio vi è il bivio dove si dividono la strada per Campo Staffi e Filettino-Capistrello. Questo è il punto di inizio dell'escursione. Vi è infatti qui una strada sterrata che ci porta al sentiero. Il percorso, a parte il primo tratto è panoramico. Il sentiero è segnalato con vernice gialla e rossa.
Dal punto di partenza si va avanti e si attraversa un bosco alla fine del quale, dopo un paio di km si arriva a Fonte Moscosa. Una volta giunti qui si prende un sentiero che ci troviamo a sinistra, che si inerpica. Si attraversa un prato e poi si sale in un bosco. Si arriva così ad una statua chiamata la madonnina, che ha una splendida vista sulla valle Roveto. Si prosegue a destra continuando a salire fino alla fine del bosco. Quindi si sale ancora fino ad arrivare su una cresta dalla quale si raggiunge il Gendarme dal quale a questo punto è visibile la cima del M. Viglio. Quindi si prosegue con la possibilità o di costeggiare il Gendarme (via più semplice), oppure affrontarlo direttamente (passaggio più complicato). Superata questa difficoltà si prosegue fin sulla cima. Consiglio di guardare le previsioni del tempo prima di partire ed in ogni caso è sempre bene portarsi una maglia di ricambio, degli scarponi buoni e dei giubbini impermeabili, nonché una felpa.

I monti Cantari e la riserva naturale di Zompo lo schioppo


I monti Cantari costituiscono l'appendice meridionale dei Simbruini e sono compresi tra l'alto Aniene ed il Liri. Sono di struttura calcarea. Confinano a sud con i monti Ernici, col monte Pozzotello 1915m, sopra la stazione sciistica di Campo Catino, mentre ad ovest culminano col monte Viglio 2156m, dal quale subito dopo trovano origine i Simbruini col Monte Cotento 2014m, che ospita la stazione sciistica di Campo Staffi.

Il monte Viglio è la montagna più alta della dorsale sub appenninica laziale.

Alla base del Viglio, in Abruzzo nel comune di Morino (Aq), troviamo la riserva naturale "Zompo lo Schioppo", un'oasi molto bella che parte dai 700m di quota fino alle cime più alte, caratterizzata da ruscelli di acqua cristallina che sfociano in una cascata suggestiva. In tale area è possibile ritrovare specie animali come il picchio, il falco pellegrino, il gufo reale, per arrivare al lupo e l'orso marsicano.
La riserva inoltre è caratterizzata da un'ampia copertura boschiva, costituita soprattutto da faggio. Sono moltissime poi le specie erbicole con spettacolari fioriture in primavera.

I monti Ernici


Fanno parte del sub appennino laziale, demarcati ad est dalla valle del Liri, dividendo le acque che vanno a questo fiume da quelle affluenti all'alto Aniene e al Cosa. A nord sono delimitati dalla valle dell'Aniene, ad ovest confinano con i M. Cantari che si continuano con i M. Simbruini, mentre a sud scendono fino alla valle del Sacco. Coprono una notevole superficie e sono compresi entro la provincia di Frosinone, facendo da confine a nord con l'Abruzzo e la provincia de L'Aquila.

Geologicamente constano di pile potenti di calcari e perciò hanno un'abbondante circolazione idrica sotterranea e sono ricchi di fenomeni carsici.
Nella porzione più settentrionale, dove si innalzano le cime più alte, la Valle Fredda, profondamente incassata, divide un gruppo montuoso occidentale (M. la Monna 1951m, M. Campovano 1992m) ed uno più orientale (Pizzo Deta 2041m). A sud-ovest invece sciamano in una serie di colli via via più bassi fino alla valle del Sacco. In questa zona troviamo le cittadine più grandi e più ricche di storia, la più famosa delle quali è Anagni 450m, molto bella dal punto di vista architettonico la sua Cattedrale, è famosa per essere stata la città che ha dato i natali a ben 4 papi e per tale motivo è chiamata la città dei Papi. Poco distante troviamo la cittadina di Fiuggi 714m, nota soprattutto per le sue terme e le sorgenti dalle quali viene imbottigliata la famosa acqua. Inoltre a non poca distanza, in direzione di Fumone 786m (altro bellissimo borgo medievale che avrò modo di trattare), si trova la riserva naturale del lago di Canterno. E' un piccolo lago (1x2 km) situato al centro di un altopiano a 600m di quota, contornato dalla cornice dell'appennino e che ospita una fauna selvatica ed ittica piuttosto variegata.


Le montagne sono piuttosto alte e brulle a nord-est, con altezze che arrivano a sfiorare i 2000m ed infatti troviamo gli impianti sciistici di Campo Catino ai piedi di M. Pozzotello 1987m, pochi km sopra il paese di Guarcino. Pian piano che si va verso ovest invece le montagne diventano più dolci e più boscose ( soprattutto roveri e faggi). Le altitudini si riducono notevolmente e sono tutte comprese entro i 1100m grosso modo.


Il clima è relativamente piovoso e nevoso in inverno nelle zone più interne. Le temperature comunque non eccedono mai ne nei valori minimi in inverno, ne in quelli massimi d'estate.


L'attività principale è la pastorizia, ma soprattutto verso sud e ad ovest, sono numerosissimi gli oliveti, che grazie all'esposizione e al clima non troppo rigido e piuttosto secco., si estendono fino agli 800m di altezza. Ad ovest invece troviamo numerosi vitigni di Cesanese dai quali prende origine il famoso vino rosso Cesanese. Tale zona confina infatti con la propaggine più ad est dei Prenestini dove anche si coltiva tale vigneto (se avete letto il post dei Prenestini).

I momti Simbruini



I Simbruini fanno parte dell'appennino laziale-abruzzese e nel loro estendersi separano s sud le due regioni. Orientati in senso SO- NE si trovano nel cuore della dorsale appenninica. S'innalzano tra la valle del fiume Liri e l'alta valle dell'Aniene. A nord si stagliano sopra la piana del Fucino, mentre a sud confinano con le restanti catene montuose laziali (M. Ernici, M. Affilani, ecc...).


Situati tra le province di Roma ad ovest, Frosinone ad est e L'Aquila a nord, sono un'enorme polmone verde, costituito da boschi spesso anche fitti, di roveri e faggi che ospitano ormai da diversi anni numerose specie di lupi, che ormai si sino insediate dal vicino parco nazionale d'Abruzzo. Anche per tale motivo da 1983 è stato riconosciuto parco Naturale e quindi area protetta.


Geologicamente sono costituiti da calcari mesozoici in faces di piattaforma carbonatica, di età compresa tra il Triassico superiore e il Cretaceo superiore. A causa delle rocce carbonatiche essi sono sottoposti a rimodellamento carsico sia superficiale che sotterraneo. Da un punto di vista tettonico sono costituiti, come gran parte dell'appennino centrale, da una serie di unità, separate tra loro da piani di sovrascorrimento a basso angolo (thrust) che si accavallano verso NE, sulla antistante depressione del Liri.


Le vette di questa dorsale si avvicinano e a volte superano i 2000 metri: M. Autore 1893m, M. Tarino 1950m, M. Cotento 2014m, M. Viglio 2156m. Quest'ultimo però appartiene al sottogruppo dei monti Cantari, attraverso il quale si raccordano con i monti Ernici.


I paesini di questi monti sono spesso molto antichi e per tale motivo anche molto suggestivi, sia storicamente che paesaggisticamente. Tra i più caratteristici Jenne (Rm) 834m che ospita un monastero scavato nella roccia, Filettino (Fr) 1063msotto monte Cotento dal quale partono gli impianti sciistici di Campo Staffi, nel versante nord, mentre nel versante sud troviamo le sorgenti del fiume Aniene. Poi ancora Vallepietra 835m famosa per il santuario della SS. trinità verso il quale in maggio sono ormai tradizione i pellegrinaggi a piedi, spesso faticosi, anche di molti km, da parte di molti fedeli tra Lazio e Abruzzo, ma non solo. Infine Subiaco (Rm) 408m, il paese di riferimento per tutta l'area, che sta ai piedi dei monti, nella valle dell'Aniene ed attraversato dallo stesso è molto suggestivo per i numerosi scorci che ci offre, nonché la presenza di chiese e dei monasteri Benedettini.


Il clima è particolarmente umido, tanto che da tale caratteristica deriva il loro nome (in antichità infatti venivano identificati come i monti che si imbrunivano). Essendo il crocevia tra Tirreno ed Adriatico, raccolgono le correnti che soffiano da entrambe i quadranti (umide dal Tirreno e fredde dall'Adriatico) e per tale motivo sono frequentemente piovosi in estate, dove scoppiano soventi i temporali e molto nevosi di inverno. L'attività più praticata è la pastorizia, soprattutto ovina.

I monti Prenestini

I monti Prenestini fanno parte dell'Appennino laziale. Si trovano ad est di Roma, tra le valli dell'Aniene (a nord) e del Sacco (a sud) e si continuano a N-O con i monti Tiburtini e a N-E con i Ruffi. A sud si trovano i Colli Albani.
Geologicamente sono di origine calcarea. Gli affioramenti che si si trovano infatti sono calcari, calcareniti e marne di origine compresa tra il Cretaceo ed il Miocene superiore, che appartengono alla successione sabina. Questa costituisce la zona di transizione tra il margine della piattaforma laziale-abruzzese ed il contiguo bacino pelagico umbro-sabino. Insieme ai monti Lucretili, Tiburtini e Cornicolani costituiscono una delle unità strutturali della cosiddetta Falda Sabina (limiti geografici della falda sono Antrodoco-Olevano). Esse nascono, per farla semplice, dalla attività tettonica compressiva che si è avuta in epoche geologiche diverse, delle falde della piattaforma in questione.
Sulla sommità dei Prenestini sorge il borgo abitato di Guadagnolo, il più alto del Lazio (1218m).
Altri centri abitati molto suggestivi dal punto di vista sia storico-architettonico che paesaggistico, sono Capranica Prenestina (915m), Rocca di Cave (933m) e Castel San Pietro Romano (752m).
La vista che si gode da questi monti è spettacolare, perché dominano a S-E sulla valle del Sacco e di fronte si possono ammirare i colli Albani e i monti Lepini; a nord guardano la valle dell'Aniene e l'appennino laziale e ad Ovest è ben visibile la città di Roma in tutta la sua grandezza, che soprattutto di notte, con le sue luci, crea un'atmosfera unica.
Ai piedi dei monti sorge la città a cui devono il nome: Palestrina, che in antichità si chiamava Preneste appunto. Tale cittadina sorge a sud, proprio sulle pendici dei monti a 450 metri di altezza. Essa merita sicuramente nota (e ne parlerò nei prossimi post) per la sua storia molto ricca sia dal punto di vista artistico che architettonico e soprattutto per il famoso tempio della Dea Fortuna Primigenea.
I monti sono brulli ed è praticata soprattutto la pastorizia. Si può trovare una ricca vegetazione di ginestre, che in primavera creano una ricca infiorescenza gialla. Sono presenti piccoli boschi costituiti soprattutto da roveri e castagni. Più a valle si trovano grandi distese di oliveti e vigneti. Di questi ultimi il più famoso e degno di nota è senz'altro il cesanese nella zona di Olevano Romano, da cui prende il nome il vino cesanese appunto.
Il clima è relativamente secco, se paragonato ai vicini appennini e piuttosto ventoso.

giovedì 12 luglio 2007

I monti Lepini

Inizio la serie dei post illustrando le caratteristiche
geografiche dei monti a me più conosciuti.

Comincerò dai monti Lepini (ai piedi dei quali sono nato e cresciuto).
Si trovano nell'anti appennino laziale, a circa 50km a sud-est di Roma, interamente separati dall'appennino dalla valle del Sacco (entro cui scorre l'omonimo fiume ad est) e fanno da sfondo all'agro pontino ad ovest. Essi si estendono dal comune di Lariano (Rm), che li separa dai colli Albani ad ovest, fino alla valle di Amaseno (Fr). A sud sono continuati dai monti Ausoni. Separano a sud la provincia di Latina, con le province di Roma e Frosinone, creando una vera e propria barriera montuosa, che crea un clima particolare che li rende esposti sia ai venti tirrenici da sud-ovest che ai più freddi venti da nord-est. Questo fa si che si possa godere di un clima piuttosto temperato, nonostante il clima piuttosto umido delle pianure limitrofe, con estati relativamente fresche e ventilate e quando i venti giungono da nord sovente scoppiano dei violenti temporali "orografici" per il contrasto dell'aria umida proveniente dal mare che risale lungo i pendii e quella più fredda in quota proveniente dal vicino appennino. In autunno e in inverno invece godono di un clima piuttosto piovoso in ottobre, novembre e dicembre, ma mai particolarmente rigido, anche se in inverno sono frequenti le nevicate, soprattutto oltre i 1000 metri. Le temperature comunque sono sempre non molto rigide, anche se in alcune avvezioni di aria artica possono arrivare fino a oltre -10°C nelle vallate interne. Ma questo rappresenta più un'eccezione. Questo clima permette quindi la coltura di viti a ed olivi fino a quote piuttosto elevate, soprattutto nel versante sud, anche se le caratteristiche orografiche con pendii particolarmente ripidi ne permette una estensione relativa.
Le origini di queste montagne sono calcaree cretacee, sicché sono molto frequenti i fenomeni carsici, con una ricca e complessa rete idrica sotterranea che sfocia ad ovest con le magnifiche "oasi di Ninfa" e ad est alimenta L'Amaseno.
La dorsale è costituita da alcune vette che si estendono da N-O verso S-E. Le più alte sono Monte Lupone 1378m a N-O il Semprevisa 1536m (la vetta più alta) fino all'Erdigheta 1530m a S-E.
I Lepini sono, soprattutto nelle parti più elevate, brulli e in tali zone è molto praticata la pastorizia. Più a valle invece sono molto fitti i boschi, composti soprattutto di roveri, faggi e castagne. L'agricoltura è più sviluppata nella zona di Amaseno e nel bacino di Sezze a sud e lungo la valle del Sacco a nord.
I comuni, spesso di origine antica, sono appollaiati ad altezze comprese tra i 400 e gli 800m (Segni a 670m, Gorga 780m, Rocca Massima 735m).
Negli ultimi anni si sta discutendo non poco per istituire un'area protetta "il parco naturale dei monti Lepini" e forse tale progetto potrebbe avverarsi entro l'estate.

mercoledì 11 luglio 2007

I monti come spunto

Questo blog nasce con l’intento di raccontare e condividere la montagna nel suo essere. Voglio raccontare la montagna in 4 aspetti fondamentali:
  1. escursionistico e sportivo
  2. geologico e meteorologico
  3. culturale ed artistico
  4. agrosilvopastorale e gastronomico
Mi concentrerò soprattutto sulle montagne a me più care e che meglio conosco (i monti Simbruini, gli Ernici, i Lepini nel Lazio ed il Sirente-Velino e il Gran Sasso in Abruzzo), con un occhio sempre aperto su notizie utili ed interessanti, esperienze personali fatte in altre montagne d’Italia e non solo. Il titolo del post però lascia intendere che ci sarà spazio anche per quello che non è propriamente montagna. Essendo io un appassionato di natura in generale e sempre alla scoperta di posti nuovi, ci sarà una sezione dedicata anche a temi riguardanti flora, fauna e paesaggi non montani, ma comunque suggestivi e degni di nota.

Avrò modo poi di trattare di argomenti riguardanti aspetti sociali, tradizionali, ambientali, di cronaca e di attualità, cercando di essere un’alternativa alla divulgazione ufficiale.

Spero di riuscire ad appassionarvi alla vita montana e alla natura, fatta di osservazione, esperienza, umiltà, ma anche di semplicità e riscoperta di noi stessi e a farvi riscoprire i piaceri delle tradizioni e dei valori dimenticati di questa fetta di mondo.

A presto per i primi articoli,

Emiliano.