tag:blogger.com,1999:blog-89989199728888970402023-11-16T12:33:25.205+01:00RossiTraMonti: la montagna e non solo...Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.comBlogger50125tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-68736720071537234042009-10-14T14:47:00.003+02:002009-10-14T14:55:56.205+02:00Elenco webcam Italiane ed europee<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2cfRSvlP_ajbjIZsWgdH4lE9RfBdEYNDkaB37Icl0I1n7WtjJQMz2PpvANcml9kwqRVsUigKUHBqpWfgu4rrDOqYmzjbe8FUPWFfjPVTylX9NE42dtjb22keztsWojDx-PnX7gPToGQBF/s1600-h/stockholmsinlopp_live_4.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 268px; height: 202px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2cfRSvlP_ajbjIZsWgdH4lE9RfBdEYNDkaB37Icl0I1n7WtjJQMz2PpvANcml9kwqRVsUigKUHBqpWfgu4rrDOqYmzjbe8FUPWFfjPVTylX9NE42dtjb22keztsWojDx-PnX7gPToGQBF/s320/stockholmsinlopp_live_4.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5392438169726748562" border="0" /></a><br />Ho messo al lato del blog, l'elenco di webcam europee, le città principali di tutte le nazioni e dal sito "<a href="http://www.meteoindiretta.it/webcam.php">meteoindiretta</a>" le webcam italiane. Una buona finestra sull'Europa per programmare viaggi o solo per guardare città agognate o alle quali siamo legate o semplicemente la curiosità di vedere che tempo fa in un punto X d'Italia e/o d'Europa.<br />Allora "buon viaggio".<br /><br /><br /><br />fig: Webcam di Stoccolma del 14 ottobre 2009 alle 14:55Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-15872449668278626052009-05-06T01:59:00.003+02:002009-05-06T02:17:46.410+02:00Ad un mese dalla catastrofe....Vigilare!Ritornando sul tema attuale. Siamo ad un mese esatto da quel 6 aprile 2009, che ha cambiato la storia di una città, peraltro abituata nei secoli scorsi ad analoghi eventi e dai quali si è ripresa ogni volta!<br />L'Italia è zona sismica si sà. E' zona con dissesti idrogeologici e si sa anche questo.<br />Allora perchè non si fa niente o poco, per prevenirli. Non stiamo sempre li ad aspettare che il politico di turno prenda i provvedimenti. Siamo noi i politici di noi stessi. Non aspettiamo che qualcun'altro amministri le nostre cose. Amministriamole noi.<br />Io propongo di organizzare comitati cittadini o locali allo scopo di tutelare e vigilare sulle aree a rischio. Se c'è un fiume che potrebbe esondare e fare danni, se siete in territorio ad elevato rischio sismico, spendetele energie per organizzare quello che i politici non riescono a fare. La vera politica siamo noi e nessuno meglio di noi sa di cosa ha bisogno.<br />Ricominciamo a prenderci cura del nostro territorio e soprattutto pretendiamo che lo si faccia con serietà e con coscienza! Proprio come con coscienza viene ora vigilato, da parte dei cittadini di L'Aquila, che non si infiltrino personaggi ambigui nella ricostruzione. A tale riguardo cito una cittadina esemplare, non schierata politicamente, che sta contribuendo in maniera impeccabile su questa opera e che dovrebbe far riflettere sul poter che ognuno di noi, come singolo individuo ha!<br />Lei si chiama Sefora e la sua opera di vigilanza la potete leggere nel suo Blog "<a href="http://http//mammaterra.blogspot.com/">Mamma Terra</a>". Brava Sefy!Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-72716448907125171952009-04-21T00:02:00.005+02:002009-04-21T00:42:51.347+02:00Prevenire è meglio...<div>L'esperienza tragica de L'Aquila ci ha sbattuto in faccia per l'ennesima volta le lacune organizzative e logistiche italiane, oltre che a magagne di altro tipo. Io subito dopo il terremoto ho deciso di <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXgjTERc3DoTDNjTXI20vnFjOnaDnGnpYh4vM-jlA1X1omKG00KCB8cJf3rHRpdYkbxc1jO3rvr03oezd03jchnemvX3-CLtWumh0wsZiog9E_PYKg85z12ISEAbAW6JkfJNsVy9KMITI0/s1600-h/Terremoto+L%27Aquila+14-4-09+062.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5326904117855216098" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 261px; CURSOR: hand; HEIGHT: 200px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXgjTERc3DoTDNjTXI20vnFjOnaDnGnpYh4vM-jlA1X1omKG00KCB8cJf3rHRpdYkbxc1jO3rvr03oezd03jchnemvX3-CLtWumh0wsZiog9E_PYKg85z12ISEAbAW6JkfJNsVy9KMITI0/s320/Terremoto+L%27Aquila+14-4-09+062.jpg" border="0" /></a>partire con la Croce Rossa per dare una mano. Mi sono reso conto di quanto gli aiuti mancassero di coordinamento e pianificazione. Senza farla lunga su cosa è funzionato e cosa no, ho pensato che per evitare che tragedie come queste possano ripetersi con tale portata, ogni comune d'Italia (ed in primis anche Protezione Civile e Croce Rossa, ma questo va aldilà del mio intervento qui) dovrebbe pianificare 4 strategie in caso di altrettanti possibili calamità:<br /><br /><br />1- emergenza terremoti,<br />2- emergenza alluvioni,<br />3 -emergenza incendi,<br /><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5326904114305340514" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 279px; CURSOR: hand; HEIGHT: 219px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDCRaLL8xCZCFG2LeGMNqpyKkxOAXF4pceUvHjob481qb0jc_MRXI8f9PKwpIusegVlyo64ogNSGvccYI7TqELOTk9IMDu6CnNbkJl4hmVq1KwCTwffOLp8DtawiB7ZN0qwIfM99zz7fgl/s320/Terremoto+L%27Aquila+14-4-09+060.jpg" border="0" />4- emergenza neve.<br /><br /><br />Queste sono le cose di cui mi sono reso conto ci lamentiamo con periodica puntualità e alle quali ci facciamo trovare spesso impreparati.Basterebbe che ogni comune:<br />1. predisponesse dei punti di raccolta e delle aree attrezzate con possibilità di applicare tendopoli allacciabili facilmente ed in sicurezza a fognature, servizi idrici e corrente elettrica, facilmente identificabili e raggiungibili.<br /><br /><br />2. identificasse le aree e gli edifici a rischio e nei limiti del possibile bonificasse tali aree e riconsolidasse tali edifici ( per esempio torrenti o greti dai quali in caso di forti piogge può giungere un pericolo, metterli in sicurezza, ripulirli, incanalarli, mettere argini,ecc...; così come per le aree boschive vicino le città ed i paesi, prevedere dei corridoi privi di alberi ed arbusti dai quali il fuoco possa non propagarsi e nei quali sia possibile accedere a idranti e sia possibile fare accedere mezzi di soccorso).<br /><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPWiM5IWU8X0qbZlHfquUqDKjwtPN44U5HYnTeVX0YDT_QGRTek2Ffzi0fogJ8LbDcLbJ2REsavWRZwcdEkht2ulEtusCmmiUm8NCoJTgu5vBq0RAnWu138d7stMT75WCe25KTDWC5NYDC/s1600-h/Terremoto+L%27Aquila+14-4-09+050.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5326904135932059186" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 231px; CURSOR: hand; HEIGHT: 192px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPWiM5IWU8X0qbZlHfquUqDKjwtPN44U5HYnTeVX0YDT_QGRTek2Ffzi0fogJ8LbDcLbJ2REsavWRZwcdEkht2ulEtusCmmiUm8NCoJTgu5vBq0RAnWu138d7stMT75WCe25KTDWC5NYDC/s320/Terremoto+L%27Aquila+14-4-09+050.jpg" border="0" /></a><br />3. Predisporre di un piano di arruolamento rapido di personale di soccorso volontario e non, con un metodo di reperibilità, da concordare con gli enti locali di polizia, vigili del fuoco, croce rossa e protezione civile, da aggiornare ad ogni trimestre e organizzare tramite l'ospedale di zona un piano di gestione in caso di emergenza.<br /><br />4. Predisporre ancora una lista dei mezzi e dei materiali utili e subito disponibili (autobotti, escavatori, picconi, elmetti, coperte, acqua, sale, disinfettanti, ecc...)<br /><br />5. fare un censimento dei mezzi necessari per spargere sale e spazzare le strade e fare una mappa dei punti strategici della città, un piano del personale utilizzabile a tal fine ed eventualmente una lista di persone da arruolare, per fare in modo che alle prime avvisaglie di nevicata possa mettersi in moto un'organizzazione che faccia avere il piacere della neve a tutti, senza disagi. Mettere dei contenitori in ogni strada con brecciolino e sale da poter spargere in qualsiasi momento.<br /><br />6. Mettere in sicurezza obbligatoria tutti gli edifici pubblici e fare esercitazioni di evacuazione almeno due volte l'anno nelle scuole e nei luoghi di lavoro.<br /><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3c_BOCvtuMjpQc-wvWvIhufFWjqoVsIlgXEW5VfG6PumjeolFDVfEvQAXobi23W8grR6lH026grcUSP_wDfVEKBtxve0Y5vQF_ZQrbU213VIsPmH8beTkhIw3EGFVCvpLqGSPn-q_Rw2E/s1600-h/Terremoto+L%27Aquila+14-4-09+011.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5326907667710066898" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 294px; CURSOR: hand; HEIGHT: 197px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3c_BOCvtuMjpQc-wvWvIhufFWjqoVsIlgXEW5VfG6PumjeolFDVfEvQAXobi23W8grR6lH026grcUSP_wDfVEKBtxve0Y5vQF_ZQrbU213VIsPmH8beTkhIw3EGFVCvpLqGSPn-q_Rw2E/s320/Terremoto+L%27Aquila+14-4-09+011.jpg" border="0" /></a><br />Ogni comune che abbia un piano protocollato per far fronte ad ognuno dei singoli eventi, sarebbe comune virtuoso e magari si potrebbe incentivare tale politica con dei finanziamenti sulle opere da realizzare o con degli sgravi.</div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-63173532987853431782008-12-17T19:12:00.005+01:002008-12-17T20:37:05.735+01:00L'inverno comincia con tanta, tanta neve!Da giorni ormai una bassa pressione centrata sul Mediterraneo con matrice di aria artica marittima, molto instabile prima e di origine Atlantica dopo, hanno portato un carico di pioggia<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJbdDxN71Zs_9x5rYAExiq4PeJW6KVBO2GzJdUMHuNg0Hur1EHaTBvJH2kttKpanTMOdC3IfB0pI4qXWfOffynyKL6G4XCGwMYczEz8_dJdB1GUjHTx9KH_ahw7Qc7lqCs5SJ3yRBHvS7q/s1600-h/tetti.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280833695671604562" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 255px; CURSOR: hand; HEIGHT: 191px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJbdDxN71Zs_9x5rYAExiq4PeJW6KVBO2GzJdUMHuNg0Hur1EHaTBvJH2kttKpanTMOdC3IfB0pI4qXWfOffynyKL6G4XCGwMYczEz8_dJdB1GUjHTx9KH_ahw7Qc7lqCs5SJ3yRBHvS7q/s320/tetti.jpg" border="0" /></a> e soprattutto neve sulle alpi come non si vedeva da alcuni decenni. Alcune statistiche dicono che dagli anni '30 non si vedevano accumuli nevosi di questa portata sulle Alpi.<br /><div><div><div>L'arco alpino a tutte le sue latitudini ha visto apporti nevosi, maggiori ad ovest. La neve spesso è comparsa anche abbondante in pianura dal 24 di novemre ad oggi. Sul Nord-Ovest ci sono state città di pianura con copertura nevosa per 3 settimane continue. Un record per il periodo dell'anno.</div><br /><br /><br /><div>Oltre i 1000m di quota sulle Alpi piemontesi e Valdaostane, lombarde e ticinesi sono caduti oltre 150 cm di neve in una settimana che si sommano ai 100 cm della settimana prima.</div><br /><br /><br /><div>Più ad est in Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli gli apporti sono più contenuti, ma comunque <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj57m6Lt7g7nUsv60UsINwJstx5qpkyM3r8NyhuY_KPa_vZAKXG00UVlj7mYAHolnSGhXISuvnKDju48hptrxqUooFra_cRGAZDEfYLsEan4pC1QEALu9tdGsRXMT7p9Yt9bQA-ZYHcr9TL/s1600-h/forni2.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280833706046388338" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 246px; CURSOR: hand; HEIGHT: 198px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj57m6Lt7g7nUsv60UsINwJstx5qpkyM3r8NyhuY_KPa_vZAKXG00UVlj7mYAHolnSGhXISuvnKDju48hptrxqUooFra_cRGAZDEfYLsEan4pC1QEALu9tdGsRXMT7p9Yt9bQA-ZYHcr9TL/s320/forni2.jpg" border="0" /></a>notevoli. Si parla comunque di un accumulo totale oltre i 1500m di circa 150 cm. Quindi, mai come quest'anno si potrà a buon ragione prevedere a parte una buona stagione per gli impianti sciistici, ma quello che più è importante ad un buonissimo apporto idrico per i bacini idrici di tutto il nord Italia.</div><div></div><div>Ovviamente tutto questo coincide con un alto rischio valanghe, che si aggira su tutte le alpi italiane tra il 4 ed il 5, cioè i gradi più pericolosi. </div><br /><br /><br /><div>Anche l'Appennino comunque non è da meno, visto che pure qui alle quote superiori ai 1500 m si parla di accumuli che variano dai 50 ai 70 cm circa, a seconda delle zone, almeno fin sulla Sila. </div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJtnzgYMgmeWs2_HYQxwP5W9d7mZ6vxOkr2NQIke99jUK-IFLiSSkyMs2aSNiVPTRhIiYDHFwt3kI8aUONAZ4ugR8S8y1AoRZQO3eAguarZ2_HHjoHv-GV0H-I0DU4dK2cjdYWKMZ0PIlk/s1600-h/ovindolimagnola_pda480.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280833702850306930" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 248px; CURSOR: hand; HEIGHT: 217px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJtnzgYMgmeWs2_HYQxwP5W9d7mZ6vxOkr2NQIke99jUK-IFLiSSkyMs2aSNiVPTRhIiYDHFwt3kI8aUONAZ4ugR8S8y1AoRZQO3eAguarZ2_HHjoHv-GV0H-I0DU4dK2cjdYWKMZ0PIlk/s320/ovindolimagnola_pda480.jpg" border="0" /></a><br /><br /><br /><div>E il freddo, quello vero ancora deve arrivare, infatti queste perturbazioni giungevano da nord-ovest, quindi dall'Atlantico, che notoriamente non è portatore di grande freddo, ma come avrete intuito e saprete forse, è foriero di grosse piogge (neve per le Alpi). Il vero freddo, quello che porta le nevicate sulla fascia Adriatica e le temperature sotto zero un pò ovunque, si prevede arriverà, speriamo, per Natale. Sarà forse Babbo Natale che scende dalla Lapponia che se lo porterà dietro? Staremo a vedere.</div><br /><br /><div>Ciao a tutti.</div><div></div><div></div><div></div><div></div><div><span style="font-family:arial;color:#ff0000;"><em>foto 1: Limone Piemonte in provincia di Cuneo (fonte meteogiornale)</em></span></div><div><span style="font-family:arial;color:#ff0000;"><em>foto 2: Forni di Sopra in provincia di Udine (webcam)</em></span></div><div><span style="font-family:arial;color:#ff0000;"><em>fote 3: Ovindoli in provincia de L'Aquila (webcam)</em></span></div><div><span style="font-family:arial;color:#ff0000;"><em>Tutte e tre le foto sono del 17 dicembre e rispecchiano la situazione appena descritta di grandi apporti nevosi in tutta Italia. Da notare che tutte e tre le località sono ad un'altezza di circa 1000m i primi 2 e circa 1300 m il comune abruzzese.</em></span></div></div></div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-79390352005151071192008-09-04T16:50:00.003+02:002008-09-04T16:59:22.290+02:00Tempo di miele<div>Ciao a tutti. </div><div>E' da un po' che non scrivo, ma purtroppo ho sempre meno tempo.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-51p134JqzudNVQcGjHed_dRuyHtcnfZc45pKLbUIB2mDuQbQo9qE3ZyV2mwwkzBNkYyB6eLEdFot_1831d_XYBEJrmP7rB3MNgQZokGy9kROAbFlh2vW9g0KKrZUJbMOH00sANrbx44c/s1600-h/miele_3_big.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5242180823684361106" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 275px; CURSOR: hand; HEIGHT: 226px" height="207" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-51p134JqzudNVQcGjHed_dRuyHtcnfZc45pKLbUIB2mDuQbQo9qE3ZyV2mwwkzBNkYyB6eLEdFot_1831d_XYBEJrmP7rB3MNgQZokGy9kROAbFlh2vW9g0KKrZUJbMOH00sANrbx44c/s320/miele_3_big.jpg" width="262" border="0" /></a></div><br /><div>Volevo scrivere, da dilettante apicoltore che comincia il periodo della raccolta del miele, che quest'anno, visto il caldo protratto è stato possibile rimandare di qualche settimana.</div><br /><div>Ormai i melari sono carichi e la stagione non è stata male, con precipitazioni e temperature nella media.</div><br /><div>Il miele che si estrarrà sarà un mille fiori, cioè un misto di fiori di campo soprattutto e con buona fortuna acacia (nei melari piu' vecchi di primavera).</div><br /><div>Poi vi postero' meglio le fasi della lavorazione.</div><br /><div>Per ora era anche una scusa per me, per riscrivere sul mio Blog, povero e trascurato.</div><br /><div>Ciao a tutti e grazie a quanti mi hanno scritto,</div><br /><div>Emiliano. </div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-63825528541766816062008-04-12T13:43:00.004+02:002008-12-10T02:46:27.073+01:00Terremoto ai Castelli Romani<div align="justify">Tratto dal sito ingv.it delll'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia:<br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgOn6-Yszp_SZWsTmVqvZEJyX1Eu77b-AI_l9oFqr1bzY4JzQPKUNz7pHQRzaBwfAXshkzXDvOMRNH7DN8hGPgzUq0fwOhIt-sDO7eot_eUEYyrkLOjaytTdD_wQjCczBueJIrXp41DuOZ/s1600-h/map_loc_t.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5188325018685642754" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" height="271" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgOn6-Yszp_SZWsTmVqvZEJyX1Eu77b-AI_l9oFqr1bzY4JzQPKUNz7pHQRzaBwfAXshkzXDvOMRNH7DN8hGPgzUq0fwOhIt-sDO7eot_eUEYyrkLOjaytTdD_wQjCczBueJIrXp41DuOZ/s320/map_loc_t.jpg" width="279" border="0" /></a><br /><em>Il terremoto odierno e’ accaduto a NW dell’edificio vulcanico dei Colli Albani, a circa 15 km dal centro di quest’ultimo. I Colli Albani sono caratterizzati da una intensa sismicita’ a sciame anche in anni relativamente recenti (1989-90), con alcune scosse con magnitudo massime intorno a 4, paragonabili a quella di oggi, ed un elevato numero di terremoti di piu piccola magnitudo. Tutti gli eventi dello sciame del 1989-90 erano estremamente superficiali, mentre la profondita’ del terremoto odierno risulta piu’ elevata. Altri eventi importanti dell’area dei Castelli Romani, oltre alla sequenza del 1989-90, sono quelli del 1806 e 1927 (Nemi), e del 1987.<br />L’attività sismica in atto è continuamente monitorata dalla Rete Sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.<br />L’evento e’ stato seguito da una replica registrata alle ore 7:58 (magnitudo 2.2), con le stesse coordinate ipocentrali<br /></em><br />Io confermo quanto scritto (l'ho sentito bene!!!). In ogni caso non risultano esserci stati danni a cose e persone.</div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-49283255448629889232008-04-08T18:04:00.004+02:002008-12-10T02:46:27.550+01:00Moratoria contro i pesticidi per salvaguardare le api<p align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9HFFGK6TDJT8tT4EO_pBONMJIwZRtEIr8KWPRAKfNW3vC_27zuvei2zz6log3YewN_YCEbWR8VLlDMVjSKiC7Ao6-gFHpYCccM-0Mt1-V0xGA2o-ZAKfUqsfyTZO9KBM1324msjhCElmx/s1600-h/Warning_Pesticides.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5186914837109026050" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9HFFGK6TDJT8tT4EO_pBONMJIwZRtEIr8KWPRAKfNW3vC_27zuvei2zz6log3YewN_YCEbWR8VLlDMVjSKiC7Ao6-gFHpYCccM-0Mt1-V0xGA2o-ZAKfUqsfyTZO9KBM1324msjhCElmx/s320/Warning_Pesticides.jpg" border="0" /></a></p><div align="justify">Forse il 18 aprile potrà scattare una moratoria contro l'uso dei pesticidi per la difesa delle api. I rappresentanti delle associazioni apistiche e di <a href="http://www.legambiente.it/">Legambiente</a> con un dirigente del ministero delle Politiche agricole e le Regioni si incontreranno di nuovo in quella data per definire una possibile moratoria dell'uso delle sostanze killer impiegate nella semina dagli agricoltori e che secondo gli addetti ai lavori hanno causato la recente moria negli alveari. Ricordo che corrisponderebbero a circa 40mila gli alveari uccisi dai pesticidi. Sul banco degli imputati numero 1 ci sono i neurotossici e neonicotinoidi, che sono in grado di sterminare intere famiglie di api, oltre ai parassiti. Ricordo che le api sono necessarie per l'80% per l'impollinazione delle colture. Questo significa che oltre alle api e al miele nostrano, sono a rischio migliaia di coltivazioni (erbacee e alberi da frutto innanzitutto) e l'equilibrio dell'intera flora selvatica.<br /></div><div align="justify"></div><div align="justify"><br /></div><div align="justify">in Francia l'autorizzazione d'uso di queste sostanze, è stata sospesa su tutte le colture di interesse apistico. Il ministero delle Politiche agricole, in vista della prossima riunione con Regioni, apicoltori e Legambiente, acquisirà come informazione anche le sentenze del Consiglio di Stato francese in materia</div><div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvrzcJcSa7rB8AWJSoCv0rp_0dzSrJs4HuLRy2N9RSNz5j25qewlo-IuhZUFkrfSsL6gxWLL57LkNDcvNmGbS9PhC8nkml4GtIEwLH5AdTCQhQ1s17PBAcDd75faOsP0iVkZjgMhQaJi5n/s1600-h/insetticida.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5186914832814058738" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" height="155" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvrzcJcSa7rB8AWJSoCv0rp_0dzSrJs4HuLRy2N9RSNz5j25qewlo-IuhZUFkrfSsL6gxWLL57LkNDcvNmGbS9PhC8nkml4GtIEwLH5AdTCQhQ1s17PBAcDd75faOsP0iVkZjgMhQaJi5n/s320/insetticida.jpg" width="295" border="0" /></a><br /></div><div align="justify"></div><div align="justify"><br /></div><div align="justify">Oggi a Roma circa 200 apicoltori e rappresentanti di Legambiente si sono riuniti sotto il ministero delle politiche agricole ha dato vita ad una protesta pacifica al grido di "Basta veleni nei terreni.</div><div align="justify">Una delegazione di otto apicoltori, guidata da Francesco Panella, presidente di <a href="http://www.mieliditalia.it/unaapi.htm">Unaapi</a>, Unione nazionale associazioni apicoltori italiani, è stata ricevuta da Giuseppe Ambrosio, capo Dipartimento per le Politiche di sviluppo economico e rurale del Ministero delle Politiche agricole. Legambiente e Unaapi sottolineano la necessità di un monitoraggio sistematico dello stato degli allevamenti di api con il pieno coinvolgimento dell'associazionismo apistico. Tre le richieste al governo: </div><ol><li><div align="justify">dare ascolto all'allarme lanciato dagli apicoltori italiani e prendere atto della moria delle api e di tutti gli insetti utili; </div></li><li><div align="justify">sospendere d'urgenza l'autorizzazione d'uso delle sostanze neonicotinoidi e/o ad azione neurotossica sistemica; </div></li><li><div align="justify">aggiornare, sia in Italia, sia nella Ue, anche in campo agricolo le procedure per una vera ed efficace valutazione di impatto ambientale delle sostanze chimiche immesse nell'ambiente. </div></li></ol>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-38382582447544610962008-04-07T18:06:00.004+02:002008-12-10T02:46:27.692+01:00Le apiLe api. E' difficile cominciare a parlare di questi insetti senza avere un pò l'imbarazzo da dove cominciare a spiegare l'importanza di questi insetti. Per gli equilibri del nostro ecosistema, per l'intelligenza e per la perfezione della loro società, per i prodotti che producono, che oltre ad essere buoni, hanno proprietà terapeutiche.<br />Proverò a parlarne più nel dettaglio cominciando dal descrivere l'ape come insetto.<br />L'ape fa parte della famiglia delle apidi, ordine degli imenotteri. Sono composte di 3 parti capo, torace ed addome e 6 zampe. Le zampe posteriori sono più grandi e più lunghe perchè hanno delle propaggini con le quali raccolgono il polline e lo trasportano nell'alveare, mentre il nettare viene raccolto tramite il beccuccio (il labello), con il quale succhiano il liquido che poi passa nel solco ligulare e vi sale per capillarità. Quando i liquidi arrivano alla faringe si mescolano al secreto delle ghiandole salivari che vi sboccano, e una volta entrati nell'ingluvie o borsa melaria, subiscono l'azione enzimatica della saliva che cambia il nettare in miele. Miele e polline sono i principali alimenti delle api. Il miele fornisce loro gli zuccheri, mentre il nettare fornisce le proteine. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsNy-B2wyeQP4KouMkS18HJkmY51giKaZcDhHDdSFmMLVfJaCqHc_TqYanY3kTVPeAOcZ4aT1TKu1s5a6sNNWdmcCSkpMWUBhUT3wvpvItfFj1bIDEAc2UaOwjwqoYjPFRlBQDLBcMwhT_/s1600-h/api.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5186553591704726754" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" height="225" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsNy-B2wyeQP4KouMkS18HJkmY51giKaZcDhHDdSFmMLVfJaCqHc_TqYanY3kTVPeAOcZ4aT1TKu1s5a6sNNWdmcCSkpMWUBhUT3wvpvItfFj1bIDEAc2UaOwjwqoYjPFRlBQDLBcMwhT_/s320/api.jpg" width="293" border="0" /></a><br />Le api femmine sono quelle che vediamo ronzare nei prati e sui fiori dei nostri davanzali e sono le cosiddette <em>api operaie. </em>Esse sono le uniche ad avere il pungiglione. Una volta punto il loro nemico, perdono la vita,perchè perdono degli organi vitali ai quali la sacca velenifera è adesso. Per tale motivo lo adoperano solo per la difesa dell'alveare, quando è seriamente minacciato e non per quella personale. Un errore che commette spesso chi erroneamente teme questi insetti, è quello di agitarsi e tentare di scacciarle con le mani. In tal modo è facile schiacciare l'insetto e pungersi da soli con il pungiglione, in quanto basta una leggera pressione sull'addome per farlo fuoriuscire. In realtà l'ape è molto pacifica ed è attratta dai colori vivi o dai profumi dolci, perchè le ricordano i fiori e quando ce le ritroviamo che ci ronzano intorno in realtà loro stanno solo tentando di capire cosa diavolo sia quel fiore gigante che cammina e non ha un briciolo di nettare!<br />In media vivono 1 mese e mezzo o 2 mesi.<br />Le api maschio sono chiamati <em>fuchi</em> e hanno come unica funzione quella di fecondare la regina. Sono incapaci di volare e vivono in alveare. Hanno una vita brevissima di 24-48 ore e finita la loro funzione in genere vengono cacciati dall'alveare. Poveracci, che vita misera!!!<br />Poi c'è <em>l'ape regina</em>, che vive stantia nell'alveare e si occupa della riproduzione, deponendo migliaia di uova nel corso di una vita.<br />Un alveare è composto da circa 30mila a 100mila esemplari, a seconda della stagione e dall'età della famiglia.Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-1470766197222434432008-03-30T09:46:00.007+02:002008-12-10T02:46:28.230+01:00Bandiera di solidarietà a favore del Tibet, issata a Bolzano da Reinhold MessnerIeri in segno di solidarietà l'alpinista Reinhold Messner <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTWjVt9aMhTiiKB300ry7CqgfbP2Mbrv65GCwL3pzCsTFphAspD4zOri8ZWTRBwohuOPsvW8QMIH0OxFwP4uUNnMJwQXrf1VP-X6tnsiAqNSsAx7BbmgHLr0zfmhTKk9HAI8T3hamezkQg/s1600-h/Messner+con+la+bandiera+del+Tibet.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5183479262704184498" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 295px; CURSOR: hand; HEIGHT: 195px" height="174" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTWjVt9aMhTiiKB300ry7CqgfbP2Mbrv65GCwL3pzCsTFphAspD4zOri8ZWTRBwohuOPsvW8QMIH0OxFwP4uUNnMJwQXrf1VP-X6tnsiAqNSsAx7BbmgHLr0zfmhTKk9HAI8T3hamezkQg/s320/Messner+con+la+bandiera+del+Tibet.jpg" width="277" border="0" /></a>ha fissato una bandiera del Tibet di 70 metri quadri a Castel Firmiano alle porte di Bolzano, in segno di solidarietà per il popolo tibetano. Con lui c'è Uschi Schnitzer, un'attivista bavarese che ha portato a Bolzano la bandiera tibetana dipinta dai bambini fuggiti dal Tibet a Dharamsala (in India dove vive in esilio anche il Dalai Lama assieme ad una numerosa colonia di rifugiati).<br />L'esploratore ed alpinista, da alcuni anni promotore di un progetto <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOb-uQz6DwH4kSPD-To30AKrnfJcK5AUlk14LvDIKuiWTzdsMHlvP278TaZScCkuUpRyq5_BOUI4F88ZP6eN2LqJwf_4S8xP0SLB6KAjF8HSHA6nTaoN63BNEzvOT53aHh81zV4nbWq8Wr/s1600-h/tibet.gif"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5183479266999151826" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" height="121" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOb-uQz6DwH4kSPD-To30AKrnfJcK5AUlk14LvDIKuiWTzdsMHlvP278TaZScCkuUpRyq5_BOUI4F88ZP6eN2LqJwf_4S8xP0SLB6KAjF8HSHA6nTaoN63BNEzvOT53aHh81zV4nbWq8Wr/s320/tibet.gif" width="158" border="0" /></a>culturale di <a href="http://http://www.messner-mountain-museum.it/">musei montani</a> (Messner Mountain Museum) in Sud Tirolo, che hanno come tema le montagne e le culture delle popolazioni che ha avuto modo di scoprire e di cui ha raccolto numeroso materiale nei suoi innumerevoli viaggi e spedizioni.<br />Reinhold Messner ha dichiarato che l'esposizione della bandiera, pur non avendo alcun potere di far cambiare la situazione politica e di oppressione sul popolo<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmpwJTJDetaydrTGcOq2ayUeK5SHjR42VEsPc4snyivkXRW68MPnXj1unfuRlcc8V_u0o5ZB3EBm-GaFdvpGH-azPcAlJ0ggcjO3HY3u_4mFVhDAvIDfJRPEaM4ejNuLJ4EaHhwtokytDf/s1600-h/Bandiera+tibet.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5183479262704184514" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 298px; CURSOR: hand; HEIGHT: 191px" height="143" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmpwJTJDetaydrTGcOq2ayUeK5SHjR42VEsPc4snyivkXRW68MPnXj1unfuRlcc8V_u0o5ZB3EBm-GaFdvpGH-azPcAlJ0ggcjO3HY3u_4mFVhDAvIDfJRPEaM4ejNuLJ4EaHhwtokytDf/s320/Bandiera+tibet.jpg" width="240" border="0" /></a> tibetano, vuole rappresentare la solidarietà e la tolleranza.<br />Messner da anni collabora assieme al Dalai Lama per un Tibet autonomo. Si dice inoltre contrario al boicottaggio delle Olimpiadi, perché i funzionari sportivi hanno grosse responsabilità e possono fare pressioni sul Governo cinese.Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-66905625891209877662008-02-08T16:39:00.000+01:002008-12-10T02:46:28.451+01:00Anche il Parco nazionale d'Abruzzo aderisce a m'illumino di meno<p align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgw5MmkusCrbCAk3lAx_dO3_9yfJErmxS4cDmZo-J5xw5sLxjkdNoblucx6saUPY9xQL666QDMJW_7znmnrrzsFI5D9i9wjmMp12qBPIQWB5kK7Gti5Fpw0MHeUn_oe6t5TLL3meXKDirC7/s1600-h/parco.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5164637697217738530" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" height="130" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgw5MmkusCrbCAk3lAx_dO3_9yfJErmxS4cDmZo-J5xw5sLxjkdNoblucx6saUPY9xQL666QDMJW_7znmnrrzsFI5D9i9wjmMp12qBPIQWB5kK7Gti5Fpw0MHeUn_oe6t5TLL3meXKDirC7/s320/parco.jpg" width="127" border="0" /></a></p>Un articolo uscito sul quotidiano "il Centro" e che la brava Sefora ha subito riportato sul suo blog "<a href="http://mammaterra.blogspot.com/">Mamma Terra</a>", ha riportato la notizia che il Parco Nazionale D'Abruzzo spegnerà le luci venerdì 15 febbraio, per l'adesione a "<a href="http://rossitramonti.blogspot.com/2008/02/risparmio-energetico-millumino-di-meno.html">m'illumino di meno</a>", promossa dalla trasmissione radiofonica "caterpillar" per il quarto anno consecutivo, che propone lo spegnimento di tutte le luci e degli elettrodomestici per quella data dalle 18 ale 19:30. Molti enti e molte persone semplici si sono impegnate in questo gesto, così come molti comuni, grandi o piccoliaderiranno. Tra gli altri il comune di Roma, il ministero dell'ambiente, il Senato, molte ambasciate. Ma anche oltralpe si sono avute adesioni. Londra e Parigi si spegneranno così come le luci che illuminano il Partenone ad Atene!<br />Per cui aderite, mi raccomando.<br />Illuminate la coscienza, spenete la luce!Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-17582847498067195472008-02-04T19:43:00.000+01:002008-12-10T02:46:28.653+01:00Mamma Terra: nasce il blog dedicato all'ambienteCiao. Vi propongo questo splendido blog, dedicato all'ambiente, alla natura ed alla Terra, dal nome inequivocabile "<a href="http://mammaterra.blogspot.com/">mamma terra</a>". Il sito è ad opera di una ragazza, Sefora, esperta in materia di ambiente e molto sensibile ai suoi aspetti. Già famosa per la sua campagna contro la costruzione di una <a href="http://rossitramonti.blogspot.com/2007/09/torcia-al-plasma-in-marsica.html">torcia al plasma nella Marsica</a>, è impegnata in tutte le campagne che vedono come vittime flora, fauna e ambienti da salvaguardare.<br />Vi posto alcune righe di presentazione tratte dal suo blog: <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZr6qfXJyvLFtk2q2PxTTukpRnqAV9uha9YLG23nD4cja_H0qhg86PTYC1tdOEQLH7gjfD43YtnJIfcJV1c3WVc0XPAhV51-x6uqcf4W7q7t0d07EhftDGRvB-j5bI1iKeltQkOANkLmSc/s1600-h/mammaterra.gif"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5163200884628338450" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 167px; CURSOR: hand; HEIGHT: 159px" height="175" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZr6qfXJyvLFtk2q2PxTTukpRnqAV9uha9YLG23nD4cja_H0qhg86PTYC1tdOEQLH7gjfD43YtnJIfcJV1c3WVc0XPAhV51-x6uqcf4W7q7t0d07EhftDGRvB-j5bI1iKeltQkOANkLmSc/s320/mammaterra.gif" width="181" border="0" /></a><br /><br /><em>Con oggi ha inizio la mia avventura nel mondo dei blogger. Qualche tempo fa non avevo neppure idea di cosa fosse un blog, e mai avrei pensato che prima o poi io stessa avrei potuto aprirne uno. Prima o poi vi capiterà, per un motivo o per un altro di entrare in questo spazio: molti lo apprezzeranno (spero), altri guarderanno e passeranno oltre, qulacuno si affezzionerà...comunque ritengo doveroso presentarlo nel migliore dei modi a tutti voi.</em><br /><em></em><br />Per chi ha la voglia, il piacere o solo la curiosità di leggere cosa ha da dire Sefora nel suo blog, questo è il suo indirizzo: <a href="http://mammaterra.blogspot.com/">http://mammaterra.blogspot.com/</a><br /><br />Buona fortuna Sefi!<br />EmilianoEmilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-8719981661877840502008-02-04T16:06:00.000+01:002008-12-10T02:46:28.879+01:00Risparmio energetico: "m'illumino di meno"<div align="justify">Il 15 febbraio è il giorno del risparmio energetico. L'iniziativa, lanciata per il quarto anno consecutivo dal programma di radio2 "<a href="http://www.radio.rai.it/radio2/caterueb2006/millumino/index.cfm">Caterpillar</a>" in onda dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 19:30, prevede che per quel giorno a partire dalle 18, vengano spente tutte le luci e tutti gli elettrodomestici per dare un segnale forte e sensibilizzare tutti gli enti e le persone al risparmio energetico.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfIJeaSw0XuNmXguJTYXJ539QDKo6gJ4frhdGbwC-o9CXPDFkShtxW5DDVySPkNTyGDhE08q2rwGn3H7hNc2058b2Hn449OIOpl_DEtVuV_-HqbSb6yxF50ZD6EoeKmTD5QxANURLQyK1z/s1600-h/millumino_menu.gif"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5163161809015879426" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfIJeaSw0XuNmXguJTYXJ539QDKo6gJ4frhdGbwC-o9CXPDFkShtxW5DDVySPkNTyGDhE08q2rwGn3H7hNc2058b2Hn449OIOpl_DEtVuV_-HqbSb6yxF50ZD6EoeKmTD5QxANURLQyK1z/s320/millumino_menu.gif" border="0" /></a><br /></div>Ecco come viene presentato nel loro sito:<br /><br /><br /><div align="justify"></div><br /><br /><div align="center"><em>M’ILLUMINO DI MENO 2008 Giornata Internazionale del Risparmio Energetico<br /></em><a href="http://www.radio.rai.it/radio2/caterueb2006/millumino/decalogo.cfm" target="_self"><em>>> IL DECALOGO DI CATERPILLAR</em></a></div><br /><br /><div align="justify"><br /><em>Per il quarto anno consecutivo Caterpillar, il noto programma di Radio2, in onda tutti i giorni dalle 18 alle 19.30, lancia per il 15 febbraio 2008 "M'illumino di meno", una grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico.<br />Dopo il successo delle passate edizioni, Cirri e Solibello, i conduttori di Caterpillar, chiederanno nuovamente ai loro ascoltatori di dimostrare come il risparmio sia una possibilità concreta e reale a cui attingere oggi stesso per superare i problemi energetici che assillano il nostro paese e gran parte delle nazioni del pianeta. L'invito rivolto a tutti è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il 15 febbraio 2008 dalle ore 18. Semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, astrofili, società sportive, gruppi scout, istituzioni, associazioni di volontariato, università, cral aziendali, ristoranti, negozianti e artigiani uniti per diminuire i consumi in eccesso e mostrare all'opinione pubblica come un altro utilizzo dell'energia sia possibile.<br />Nelle precedenti edizioni "M'illumino di meno" ha contagiato milioni di persone impegnate in un'allegra e coinvolgente gara etica di buone pratiche ambientali. Lo scorso anno il "silenzio energetico" coinvolse simbolicamente le piazze principali di tutt'Italia: a Roma si spensero il Colosseo, il Pantheon, la Fontana di Trevi, il Palazzo del Quirinale, Montecitorio e Palazzo Madama, a Verona l'Arena, a Torino la Basilica di Superga, a Venezia Piazza San Marco, a Firenze Palazzo Vecchio, a Napoli il Maschio Angioino, a bologna Piazza Maggiore, a Milano il Duomo e Piazza della Scala, a Pisa Piazza dei Miracoli, a Siena Piazza del Campo, a Catania Piazza del Duomo, ad Agrigento la Valle dei Templi, e centinaia di altre piazze in centinaia di altri comuni grandi e piccoli, grazie al prezioso aiuto dell’ ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.<br />La campagna di "M'illumino di meno 2008" inizierà il 15 gennaio e si protrarrà per un mese fino al 15 febbraio (vigilia dell'anniversario dell'entrata in vigore del protocollo di Kyoto), dando voce al racconto delle idee più interessanti e innovative, in Italia e all'estero, per razionalizzare i consumi d'energia e di risorse, dai piccoli gesti quotidiani agli accorgimenti tecnici che ognuno può declinare a proprio modo per tagliare gli sprechi.<br />Sul sito internet del programma www.caterueb.rai.it, sarà possibile segnalare la propria adesione alla campagna, precisando quali iniziative concrete si metteranno in atto nel corso della giornata, in modo che le idee più interessanti e innovative servano da esempio e possano essere riprodotte dagli altri aderenti. Quest'anno la campagna "M'illumino di meno" è patrocinata Ministero dell'Ambiente e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.<br />La redazione di Caterpillar<br />e-mail: </em><a href="mailto:caterpillar@rai.it"><em>caterpillar@rai.it</em></a></div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-40205871653890664002008-02-01T20:55:00.001+01:002008-12-10T02:46:29.110+01:00Austria: uccidere gli orsi si può!!!<div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPau0K15sAQDfb2mJtG2WZYDvAHfxriyEU1_K6eguqrzAjzsqtuQAH1RQKRtyEwMkGMt60ZNks7PnRJtuPLfUgbAUu6kiJQyQGGCY4-ETcFYVRRbcqdeuIVSUdSTPoOrL8eSZoCWFYUrJW/s1600-h/bruno2.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5162106668695238386" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 267px; CURSOR: hand; HEIGHT: 361px" height="400" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPau0K15sAQDfb2mJtG2WZYDvAHfxriyEU1_K6eguqrzAjzsqtuQAH1RQKRtyEwMkGMt60ZNks7PnRJtuPLfUgbAUu6kiJQyQGGCY4-ETcFYVRRbcqdeuIVSUdSTPoOrL8eSZoCWFYUrJW/s320/bruno2.jpg" width="331" border="0" /></a>Il parlamento tirolese in Austria, ieri ha deciso di approvare una legge per la quale è possibile abbattere gli orsi che dall'Alto Adige sconfineranno fin verso il loro territorio.<br />Credo che questa legge sia immorale ed ingiusta anche nei confronti delle specie protette in primo luogo e nei confronti dell'Italia in secondo luogo. Infatti il nostro paese da anni lavora per la ripopolazione di questi animali, che ricordo sono in via di estinzione. Loro parlano di sicurezza per le persone, ma in Abruzzo da anni si "convive pacificamente" tra orsi e cittadini dei paesi nel parco nazionale d'Abruzzo, dove anzi la loro presenza è diventata fonte di guadagno per quelle popolazioni.<br />Spero che vengano prese iniziative a tal proposito. Alcune associazioni ambientaliste e molte persone comuni si sono già mobilitate per evitare che si ripeti il delitto commeso lo scorso anno nei confronti di "Bruno", l'orso che era sconfinato in Baviera e che è stato ucciso legalmente da un cacciatore incaricato dal governatore bavarese. Io stesso su questo blog proporrò iniziative, in sinergia con il <a href="http://blogorsobruno.blogspot.com/2008/01/tirolo-orsi-sconfinanti-lenpa-si.html">blog dell'orso bruno</a>, per tentare di fermare questa legge.<br />Si accettano proposte su come intervenire e mobilitarci.<br />Ciao e a presto.<br />Emiliano</div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-37067830745932305182008-01-31T12:21:00.000+01:002008-12-10T02:46:29.842+01:00Il Falco<div align="justify">Ho deciso di aprire una nuova rubrica che parlerà nello specifico di questo magnifico uccello. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr0NXR41vZEXSGhWp9WGhUNscirbw0Qi65arLZ9ZuFBVoXHV5hBTNG3bq-oITSxJT5xWk_V_BeJ0XYpW21qbmPbq9xIr_jhCPom5En5ZS4hWq9PiKLf6_ZtlDmHz9FFHBwdQ1pfP5kHKOx/s1600-h/falco+disegnato.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5161616454012974754" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr0NXR41vZEXSGhWp9WGhUNscirbw0Qi65arLZ9ZuFBVoXHV5hBTNG3bq-oITSxJT5xWk_V_BeJ0XYpW21qbmPbq9xIr_jhCPom5En5ZS4hWq9PiKLf6_ZtlDmHz9FFHBwdQ1pfP5kHKOx/s320/falco+disegnato.jpg" border="0" /></a>Molto diffuso sul nostro territorio, a tutte le latitudini, nel nostro appennino e non solo è possibile molto spesso imbattersi in questo rapace. La volontà di dedicargli una rubrica apposita nasce sia da un recondito ricordo di infanzia, quando per ani vi è stata su una parete di roccia di tufo a picco di circa 20 metri di altezza vicino casa mia, vi era una nidiata di falchi e li vedevo sempre volteggiare sopra i casa ed il volo alare mi affascinava sempre tantissimo. Vedere come usavano le correnti ascensionali per salire di quota e poi lanciarsi a picco quando trovavano qualche preda.<br />Poi perchè ho notato che su internet non ci sono pagine dedicate a lui e così ho deciso di dedicargli io stesso una rubrica apposita che spero possa diventare un riferimento.<br />Certo è difficile descrivere tutti i tipi di falco presenti in Italia e nel mondo e la loro diversa distribuzione geografica. Comunque cercherò di post in post di dare spazio ad ognuna di esse.<br />Oggi i falchi in molte zone del mondo rischiano l'estinzione. In alcune aree si è riuscito negli ultimi anni ad attuare una politica conservativa per cui si è avuta una nuova ripopolazione. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0WYXZBLrfAj3WiP-Myc_JOIYoCSyQvGUQWWLX_Kf9flQsR5c1xy4KV9o78UjWEM5NUIekeoDheK7pq6FdbYzmlEI-4C3DQMdgkpOQFxKJzK5vYy5nRk9ErMhRLDNWeuN_ojXtZDg70e0a/s1600-h/Falco%20pescatore.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5161616462602909378" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" height="180" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0WYXZBLrfAj3WiP-Myc_JOIYoCSyQvGUQWWLX_Kf9flQsR5c1xy4KV9o78UjWEM5NUIekeoDheK7pq6FdbYzmlEI-4C3DQMdgkpOQFxKJzK5vYy5nRk9ErMhRLDNWeuN_ojXtZDg70e0a/s320/Falco%2520pescatore.jpg" width="265" border="0" /></a>L'urbanizzazione, con la distruzione dei loro habitat e soprattutto l'impiego di potenti pesticidi in agricoltura sono le cause che ne hanno ridotto notevolmente il numero negli ultimi 50 anni.<br /><br />Il falco appartiene all'ordine dei falconiformi, conosciuti anche come Accipitriformes. Raggruppa circa 290 specie in cui si includono i rapaci diurni, perchè cacciano nelle ore di luce. Sono tipici il loro robusto becco, arcuato, atto a dilaniare le prede, e le zampe altrettanto poderose, armate di robusti artigli e col pollice rivolto posteriormente. Il piumaggio è costituito da un fitto piumino e da penne molto resistenti e rigide. Nella nostra fauna sono rappresentati da 4 famiglie: <em>Egiptidi</em> (avvolto), <em>Falconidi</em> (falchi), <em>Accipridi</em> (aquile e poiane) e <em>Pandionidi </em>(falco pescatore). <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieC1KLbugD9jRUnIKtSp1C5oQCVaTGJtwIwyDoLvuQX9foUHvVDUVqu7lFuaSiTClS9uZjL34FymHNMb8Z90gq7HPRhyeb707ehnPlktwR16KeFAFPCd5yamC4Ykrb9IZlg89VT81WrAUW/s1600-h/falco%20pellegrino.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5161616458307942066" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" height="188" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieC1KLbugD9jRUnIKtSp1C5oQCVaTGJtwIwyDoLvuQX9foUHvVDUVqu7lFuaSiTClS9uZjL34FymHNMb8Z90gq7HPRhyeb707ehnPlktwR16KeFAFPCd5yamC4Ykrb9IZlg89VT81WrAUW/s320/falco%2520pellegrino.jpg" width="251" border="0" /></a><br />Si nutrono in prevalenza di insetti, piccoli rettili (lucertole e serpenti), roditori (topi di campagna) e uccelli (soprattutto passeriformi, storni, pernici e piccioni). Le femmine sono più grandi dei maschi ed in genere sono loro che catturano le predepiù grandi. Nidificano su pareti rocciose oppure occupano nidi in disuso di altri uccelli perchè non sono in grado di costruirsi autonomamente un nido. In alcune città sono stati avvistati diversi nidi di falco nelle aree industriali, in vecchi capannoni o su ciminiere di fabbriche non funzionanti. </div><div align="justify"><br /> </div><div align="right"><em><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">1° figura: disegno di 3 falchi diversi</span></em></div><div align="right"><em><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">2° figura: falco pescatore in volo</span></em></div><div align="right"><em><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">3°figura: falco pellegrino a terra</span></em></div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-70645057086959688482007-12-24T15:53:00.000+01:002008-12-10T02:46:30.352+01:00Introdotti altri 9 cervi nel Gran Sasso.<div align="justify"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqjf10vRLoSTx24CaVxBdXAhn16u4xNDXn81umZ7bFWj1MvbOkGs9mjU0D1qqnRGngnuMnQqll4GH2CcGD8E0IzL7nIoo7144U5jiso1dlHGLCqtl1yUJprlukgB9FS6gtV25QOc9yeiR5/s1600-h/cervi.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5147555467801629362" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqjf10vRLoSTx24CaVxBdXAhn16u4xNDXn81umZ7bFWj1MvbOkGs9mjU0D1qqnRGngnuMnQqll4GH2CcGD8E0IzL7nIoo7144U5jiso1dlHGLCqtl1yUJprlukgB9FS6gtV25QOc9yeiR5/s320/cervi.jpg" border="0" /></a>Ciao a tutti. Colgo l'occasione di questo articolo per augurare a tutti un felice Natale e un inizio di anno nuovo scoppiettante!!!<br /></div><div align="justify"></div><div align="justify"><br /></div><div align="justify">E' sicuramente un buon Natale anche per il parco Gran Sasso e Monti dell Laga, che ha visto la reintroduzione (progetto cominciato già da due anni) di nove cervi dell'Appennino tosco-emiliano, liberati in localita' Valle d'Angri di Farindola (PE). Si tratta di due maschi adulti di oltre 200 Kg, un giovane maschio, 4 femmine adulte e 2 piccoli. Sono stati catturati e poi rilasciati dalla ditta specializzata Dream Italia di Arezzo, nel Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone e vanno ad aggiungersi all'altra decina di esemplari reintrodotti negli ultimi due anni nella stessa zona. </div><div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWfyIicMzQW9uIf9TuIlyHZG1B_1Wd5k8eKwyhSzZIHLYe0h3hSZPd1_uvJHoGY3KFpyGmAaU9A4QPwe0KZCLNg73dVP_7SkmqN0ZE9Klc45vJ-H6GzLIB55nbfPlGJoF9qj9HttOsuVDT/s1600-h/Zulla+082.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5147555463506662050" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 268px; CURSOR: hand; HEIGHT: 218px" height="224" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWfyIicMzQW9uIf9TuIlyHZG1B_1Wd5k8eKwyhSzZIHLYe0h3hSZPd1_uvJHoGY3KFpyGmAaU9A4QPwe0KZCLNg73dVP_7SkmqN0ZE9Klc45vJ-H6GzLIB55nbfPlGJoF9qj9HttOsuVDT/s320/Zulla+082.jpg" width="237" border="0" /></a><br /></div><div align="justify">Tale zona è già stata popolata negli anni scorsi anche dei camosci, che vivono però a quote superiori e che si possono incontrare in quota sul monte camicia, se si ha fortuna però!</div><div align="justify"><br /></div><div align="justify">Buona notizia questa. Quindi armatevi di binocolo e chissà che passeggiando nei boschi di Farindola non si incontri un grande cervo!?</div><div align="justify"><br /></div><div align="justify">Buon Natale a tutti.</div><div align="justify"><br /></div><div align="justify">Emiliano</div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-8584620421913103592007-12-08T20:09:00.000+01:002008-12-10T02:46:32.019+01:00Progetto CerereIl progetto, si propone di recuperare e valorizzare le antiche varietà colturali, orticole,<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghqQl2mTKk5z92SL0puVB-En-Af2m4L9BLUfYv_CEXN25W-gfyiQpxzuQbCvBFJuw4VPLGOLX1t7OEKlf-Uoi5kZ02hATDRGTrzjYNeL1sDdHb5pSebnMWq7FYg7MgUzx3GGswJPO1wWZI/s1600-h/genziana.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 145px; height: 219px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghqQl2mTKk5z92SL0puVB-En-Af2m4L9BLUfYv_CEXN25W-gfyiQpxzuQbCvBFJuw4VPLGOLX1t7OEKlf-Uoi5kZ02hATDRGTrzjYNeL1sDdHb5pSebnMWq7FYg7MgUzx3GGswJPO1wWZI/s320/genziana.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5141930752525939778" border="0" /></a> leguminose, cerealicole e frutticole. L’iniziativa coinvolge in via sperimentale i comuni del versante aquilano del Gran Sasso e precisamente: L’Aquila, Barete, Barisciano, Cagnano, Calascio, Campotosto, Capestrano, Capitignano, Carapelle, Castel del Monte, Castelvecchio Calvisio, Montereale, Ofena, Pizzoli, Santo Stefano di Sessanio, Villa Santa Lucia. I primi due incontri si sono svolti nel mese di novembre per i comuni di Barisciano, Santo Stefano di Sessanio, Calascio, Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio, Castel del Monte, Capestrano, Ofena e Villa Santa Lucia, il progetto ha riscosso grande interesse da parte degli agricoltori dell’area protetta, i quali intendono partecipare con entusiasmo e approvazione. In occasione della presentazione sono emerse interessanti varietà agronomiche legate agli usi e alle tradizioni locali, che rischiano l’estinzione e meritano attenzione e salvaguardia, poiché da un lato rappresentano preziose risorse genetiche selezionatesi nel tempo e dall’altro offrono l’opportunità di diversificare e qualificare le produzioni agricole regionali utilizzando sistemi di produzione rispettosi dell’ambiente.<br /><br />Questo il documento presentato da Aurelio Manzi (Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga):<br /><br /><span style="font-style: italic;"><span style="font-weight: bold;">Tutela delle biodiversità colturali e agronomiche: l’esperienza del Parco</span><br /><span style="font-weight: bold;">Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga</span></span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQAx5mWQQPnfVX-rm838JOYAluy3IgV-w_3kMjN32M4mCwWN-vniiukMRdM13PWKjO1eV7dDwyB_cAFiYm_sV0qD1fwOv5UtZJgKyI8mhOHL1SOTu25iPAMwtSVQSRIEcfWbyoP8TklhBI/s1600-h/orto.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 116px; height: 90px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQAx5mWQQPnfVX-rm838JOYAluy3IgV-w_3kMjN32M4mCwWN-vniiukMRdM13PWKjO1eV7dDwyB_cAFiYm_sV0qD1fwOv5UtZJgKyI8mhOHL1SOTu25iPAMwtSVQSRIEcfWbyoP8TklhBI/s320/orto.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5141930756820907122" border="0" /></a><br /><br /><span style="font-style: italic;"><span style="font-weight: bold;font-family:arial;font-size:100%;" >Introduzione<br /></span></span><br /><span style="font-style: italic;">La montagna appenninica negli ultimi decenni è stata teatro di profondi</span><span style="font-style: italic;"> stravolgimenti di carattere sociale e culturale. I flussi migratori delle popolazioni montane, indirizzati nei primi decenni del secolo verso l’America, in seguito nei paesi europei e, successivamente, nelle aree industriali del nord del </span><span style="font-style: italic;">paese o nelle fasce</span><span style="font-style: italic;"> costiere, hanno determinato lo spopolamento in massa delle terre</span><span style="font-style: italic;"> marginali </span><span style="font-style: italic;">dell’entroterra, Il processo dell’abbandono produttivo di vastissime aree della penisola italiana è un </span><span style="font-style: italic;">fenomeno di portata storica. Infatti nella storia della penisola italiana, il processo di abbandono di </span><span style="font-style: italic;">aree limitate</span><span style="font-style: italic;"> e circoscritte si è verificato di frequente in seguito ad eventi luttuosi quali terremoti, </span><span style="font-style: italic;">pandemie, guerre, ecc. Al contrario, un fenomeno così ampio e generalizzato nella dimensione </span><span style="font-style: italic;">spaziale e socio-economica, come quello attuale, nel nostro paese ebbe a verificarsi solo negli ultimi </span><span style="font-style: italic;">anni dell’Impero Romano ed in particolare in seguito alla caduta</span><span style="font-style: italic;"> dello stesso e successive invasioni </span><span style="font-style: italic;">barbariche (Sereni, 1982). In quel determinato periodo storico buona parte del territorio italiano tornò </span><span style="font-style: italic;">a inselvatichirsi; si assistette al fenomeno di “reazione della</span><span style="font-style: italic;"> foresta” e all’affermarsi del paesaggio </span><span style="font-style: italic;">del “saltus”, ossia dei terreni incolti ed abbandonati. Lo stesso paesaggio che, almeno nelle aree </span><span style="font-style: italic;">collinari e montane della penisola, oggi si sta riproponendo</span><span style="font-style: italic;"> con forza.</span><div style="text-align: justify;"><span style="font-style: italic;">Sui campi e pascoli abbandonati si sono innescati processi dinamici nella vegetazione naturale, </span><span style="font-style: italic;">riconducibili essenzialmente alla successione secondaria, che porteranno, con tempi ovviamente </span><span style="font-style: italic;">differenziati in base alle caratteristiche ambientali e stazionali, al ritorno della primitiva copertura </span><span style="font-style: italic;">forestale.</span><br /><span style="font-style: italic;">L’abbandono di vaste aree montane e alto-collinare da parte delle tradizionali attività uman</span><span style="font-style: italic;">e ed in </span><span style="font-style: italic;">particolare quella agricola, oltre a molteplici ripercussioni sull’aspetto paesaggistico del territorio, </span><span style="font-style: italic;">nonché sui diversi ecosistemi secondari, </span><span style="font-style: italic;">sta determinando la scomparsa di moltissime antiche varietà </span><span style="font-style: italic;">colturali ivi sopravvissute ai cambiamenti tecnologici e sociali avvenuti nei decenni passati nelle fasce </span><span style="font-style: italic;">agricole più produttive della costa e della bassa collina. Stiamo così assistendo ad un allarmante </span><span style="font-style: italic;">fenomeno di erosione del patrimonio agronomico che non trova precedenti in passato. Già risultano </span><span style="font-style: italic;">estinte nel territorio abruzzese dive</span><span style="font-style: italic;">rse varietà colturali locali, altre avranno la stessa sorte nel giro </span><span style="font-style: italic;">di qualche anno. E questo un fenomeno purtroppo comune ad altre regioni italiane ed europee. In </span><span style="font-style: italic;">Italia, a titolo di esempio, fino agli anni ‘20 erano state censite oltre 150 varietà di grano attualmente </span><span style="font-style: italic;">ridotte solamente a qualche decina (AA.W, 1991).</span><br /><span style="font-style: italic;"><br /><span style="font-weight: bold;">Le antiche varietà colturali </span><br /></span><br /><span style="font-style: italic;">L’Abruzzo, quantunque localizzato al centro della penisola italiana, è una terra isolata, rispetto alle </span><span style="font-style: italic;">regioni circostanti, da montagne altissime che come ebbe a scrivere Silone “. ..sono i personaggi</span> <span style="font-style: italic;">più prepotenti della vita abruzzese”. Non è un caso che Boccaccio nel suo Decamerone faccia dire </span><span style="font-style: italic;">a Calandrino, in riferimento ad una terra lontanissima e mitica, “pi</span><span style="font-style: italic;">ù in là che in terra d’Abruzzo”.</span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPKgCshnQxc4U4DQZoRHjz_F84uG00Tb4tc2Rbc4chdYP-xiFKR8Jm_DlvXxCqS8Yp_qwx0VEGUMq0NOZAv2Tm7yHGIo8XMyu-LQoF_8jqxhn6UXqkGIkc6J5VKjRIMVN0LsMhU4DYyrju/s1600-h/Lenticchie.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 205px; height: 252px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPKgCshnQxc4U4DQZoRHjz_F84uG00Tb4tc2Rbc4chdYP-xiFKR8Jm_DlvXxCqS8Yp_qwx0VEGUMq0NOZAv2Tm7yHGIo8XMyu-LQoF_8jqxhn6UXqkGIkc6J5VKjRIMVN0LsMhU4DYyrju/s320/Lenticchie.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5141930752525939794" border="0" /></a><br /><span style="font-style: italic;">L’isolamento geografico e la presenza di grandi complessi montuosi, inframezzati da conche ed </span><span style="font-style: italic;">altopiani, hanno giocato un ruolo decisivo nella selezione di forme colturali a diffusione prettamente </span><span style="font-style: italic;">locale. Il mantenimento di varietà colturali molto antiche è la conseguenza anche dell’attaccamento</span> <span style="font-style: italic;">delle popolazioni, almeno fino a qualche decennio addietro, alle tradizionali forme economiche così</span><span style="font-style: italic;"> </span><span style="font-style: italic;">magistralmente descritto da Silone: “Gli Abruzzesi sono rimasti stretti in una comunità di destino </span><span style="font-style: italic;">assai singolare, caratterizzata da una tenace fedeltà alle loro forme economiche e sociali anche oltre </span><span style="font-style: italic;">ogni pratica utilità, il che sarebbe inesplicabile se non si tenesse conto che il fattore costante d</span><span style="font-style: italic;">ella </span><span style="font-style: italic;">loro esistenza è appunto il più primitivo e stabile degli elementi, la natura”</span><span style="font-style: italic;">. Alcune di queste colture </span><span style="font-style: italic;">tipiche sono conosciute abbastanza diffusamente, in conseguenza del loro carattere originale ed </span><span style="font-style: italic;">esclusivo, come nel caso dello zafferano dei Piani di Navelli (Tammaro, Di Francesco, 1978) o </span><span style="font-style: italic;">dell’aglio rosso di Sulmona. Altre colture, in particolare varietà od ecotipi a diffusione locale, risultano </span><span style="font-style: italic;">sconosciuti, spesso anche nell’ambito della stessa regione. I cereali sono, tra le specie coltivate, </span><span style="font-style: italic;">quelle più importanti per il loro elevato valore nutrizionale e facilità di conservazione. Indubbiamente,</span><br /><span style="font-style: italic;">una delle varietà più interessanti ed antiche di grano tuttora presenti in Abruzzo è la solina. Si tratta </span><span style="font-style: italic;">di un grano tenero aristato che gli agronomi del secolo scorso individua-vano come Triticum hybemum.</span><br /><span style="font-style: italic;">Probabilmente la solina è da riferire all’antica siliginis di cui parlano sia Columella, nel De re rustica, </span><span style="font-style: italic;">che Plinio, nella sua Historia naturalis, e dalla quale si otteneva un ottimo pane. La consapevolezza </span><span style="font-style: italic;">che si tratta di un grano antico può essere ravvisato anche nei detti popolari locali: “Ogni grano torna </span><span style="font-style: italic;">a solina — La solina è la mamma di tutti i grani”.</span><br /><span style="font-style: italic;">La solina un tempo era diffusa in buona parte dell’Abruzzo (Del Re, 1835) ove erano conosciute </span><span style="font-style: italic;">anche diverse varietà locali (per es. a Castiglione Messer Marino solina nustrane, solina prandogne). </span><span style="font-style: italic;">Attualmente la sua coltura viene praticata quasi esclusivamente nell’Altopiano delle Cinquemiglia </span><span style="font-style: italic;">ad un’altitudine di circa 1300 m ove, insieme alla segala, risulta l’unico cereale in grado di garantire </span><span style="font-style: italic;">il raccolto a quote così elevate</span><span style="font-style: italic;">. Piccoli campi coltivati a solina si rinvengono anche nella zona di </span><span style="font-style: italic;">Pizzoferrato, nell’area dei Monti Pizzi, dove questo cereale viene seminato per esclusivo uso famigliare </span><span style="font-style: italic;">poiché, a detta dei contadini, fornisce un pane ottimo.</span><br /><span style="font-style: italic;">Un altro grano interessante ed antico è il grano marzuolo, un grano duro che si seminava nelle aree </span><span style="font-style: italic;">montane in marzo, spesso come ripiego, quando le cattive condizioni climatiche autunnali avevano </span><span style="font-style: italic;">impedito la semina di altri cereali. Probabilmente, il grano marzuolo potrebbe corrispondere al </span><span style="font-style: italic;">trimenstre di Columella, cereale utilizzato in epoca romana per la semina primaverile di ripiego.</span><br /><span style="font-style: italic;">Questo tipo di grano è quasi del tutto scomparso in Abruzzo; di recente ho individuato un piccolo </span><span style="font-style: italic;">campo di grano marzuolo a Montenerodomo, nel settore montano della provincia</span><span style="font-style: italic;"> di Chieti. </span><span style="font-style: italic;">I farri (Triticum dicoccon, T monococcon) in Abruzzo venivano coltivati diffusamente, fino al secondo </span><span style="font-style: italic;">dopoguerra, per esclusivo uso animale. Attualmente, in seguito alla riscoperta di questi cereali </span><span style="font-style: italic;">nell’alimentazione umana, la coltivazione dei farri si sta ridiffondendo in diverse regioni tra cui l’Abruzzo. </span><span style="font-style: italic;">Si tratta, però, di cultivar che provengono da altre regioni italiane (Umbria, Toscana, Lazio). Solo nel </span><span style="font-style: italic;">settore meridionale dell’Abruzzo, ai confini con il Molise, come nei comuni di Borrello o Montenerodomo, </span><span style="font-style: italic;">vengono tuttora coltivati farri autoctoni </span><span style="font-style: italic;">(Triticum dicoccon) o quantomeno</span><span style="font-style: italic;"> provenienti dai vicini territori </span><span style="font-style: italic;">molisani. La spelta (Triticum spelta) invece è stata coltivata fino a qualche anno addietro sia per scopi </span><span style="font-style: italic;">zootecnici che per la paglia. Infatti questo cereale, come la segala, presenta culmi lunghi e sottili </span><span style="font-style: italic;">idonei per la copertura di capanne, pagliai, ecc. Di conseguenza, spesso, a ridosso degli orti, c’erano</span><span style="font-style: italic;"> </span><span style="font-style: italic;">coltivazioni limitate di spelta o segala per la produzione di paglia. Interessante è stato il rinvenimento </span><span style="font-style: italic;">di spighe di spelta in un cuscino di sepoltura del XVII secolo nella chiesa di San Giacomo a Torricella </span><span style="font-style: italic;">Peligna.</span><br /><span style="font-style: italic;">Le altre antiche varietà colturali di grano, diffuse in Abruzzo nel secolo scorso (Del Re, 1835) e fino </span><span style="font-style: italic;">ai primi decenni di questo, come la saravolla, rosciola, carosella, sembrano totalmen</span><span style="font-style: italic;">te scomparse </span><span style="font-style: italic;">dal territorio regionale come anche alcune colture più antiche, quali il miglio ed il panico la cui presenza </span><span style="font-style: italic;">è documentata in Abruzzo negli statuti dei secoli XV e XVI di molte comunità rurali. Stessa sorte per </span><span style="font-style: italic;">le vecchie varietà di orzo, attualmente sostituite da cultivar più produttivi. Tra le varietà ormai in disuso </span><span style="font-style: italic;">vi è l’orzo marzuolo con cui nelle terre più alte deIl’Aquilano si confezionava un tipo di pasta particolare </span><span style="font-style: italic;">nota come gnocchi sorgetti (Bonanni, 1877); mentre non si hanno più tracce della varietà di orzo </span><span style="font-style: italic;">nota come olivese utilizzata nel Teramano, fino al secolo scorso, dagli agricoltori per preparare </span><span style="font-style: italic;">minestre (Celli, 1893).</span><br /><span style="font-style: italic;">Un altro gruppo di specie erbacee di notevole interesse per l’agricoltura sono le leguminose. Nel </span><span style="font-style: italic;">territorio regionale, tuttora, si rinvengono aree specializzate nella produzione di particolari specie o </span><span style="font-style: italic;">varietà colturali. E il caso della lenticchia (Lens culinaris) coltivata oggi esclusivamente sul Gran </span><span style="font-style: italic;">Sasso a Santo Stefano di Sessanio, a quote che oscillano intorno a 1400-1500 m. Fino al secondo </span><span style="font-style: italic;">dopo-guerra, la lenticchia veniva coltivata anche in </span><span style="font-style: italic;">al</span><span style="font-style: italic;">tri ambiti montani della regione come l’Alto </span><span style="font-style: italic;">Sangro o la Majella e montagne vicine. La cicerchia (Lathyrus sativus) allo stato attuale risulta </span><span style="font-style: italic;">maggiormente diffusa rispetto alla lenticchia; il centro specializzato nella sua produzione è Castelvecchio </span><span style="font-style: italic;">Calvisio sul Gran Sasso. Picco</span><span style="font-style: italic;">le coltivazioni per uso famigliare si localizzano anche nel medio bacino </span><span style="font-style: italic;">del fiume Sangro dove è tornata di moda una polenta verde fatta con la farina di cicerchia e conosciuta </span><span style="font-style: italic;">localmente come farchiata. Spesso, però, le antiche varietà locali sono state sostituite con varietà </span><span style="font-style: italic;">a seme più grosso di provenienza estera, c</span><span style="font-style: italic;">on conseguenze intuibili per le forme autoctone.</span><br /><span style="font-style: italic;">Va preso atto della scomparsa del cece rosso, una piccola varietà di cece (Cicer aretinum) di colore </span><span style="font-style: italic;">scuro diffuso, fino all’ultima guerra, in buona parte della provincia di Chieti e nel Teramano, dove è </span><span style="font-style: italic;">stato sostituito con nuove varietà. Anche per i fagioli va denunciata la perdita di numerose varietà </span><span style="font-style: italic;">locali. Qualcuna però, come i caratteristici fagioli a olio di Paganica, vicino L’Aquila, o quelli a pane </span><span style="font-style: italic;">di Scanno e Frattura, tuttora vengono coltivati nella loro zona di diffusione dove ancora godono di </span><span style="font-style: italic;">un’alta considerazione e spuntano sul mercato prezzi piuttosto alti.</span><br /><span style="font-style: italic;">Fino a qualche decennio fa, nelle aree montane della regione, in particolare l’Alto Sangro e gli Altipiani </span><span style="font-style: italic;">Maggiori, era coltivato una varietà di pisello, probabilmente da riferire a Pisum sativum subsp. elatius, </span><span style="font-style: italic;">conosciuto localmente come riveglie. I semi servivano sia per l’alimentazione del bestiame che per </span><span style="font-style: italic;">l’alimentazione umana. A Pescocostanzo un piat</span><span style="font-style: italic;">to ampiamente consumato d’inverno era costituito </span><span style="font-style: italic;">proprio da sagne e riveglie. Giuliani in</span><span style="font-style: italic;"> un suo scritto inedito della seconda metà del XVIII, parlando </span><span style="font-style: italic;">di Roccaraso e delle aree limitrof</span><span style="font-style: italic;">e, scriveva: “... e vi si coltiva una specie di legumi simili al pisello </span><span style="font-style: italic;">di un colore fusco cinereo detti con lingua patria Riveglie. Queste riveglie si seminano nel mese di </span><span style="font-style: italic;">Aprile, e vi si raccolgono nel mese di Agosto. Molto soddisfano alla povera gente, che costretta a </span><span style="font-style: italic;">star ritirata in casa per il freddo, e per le nevi ne fa di esse il maggior consumo nell’inverno...” (De </span><span style="font-style: italic;">Panfìlis, 1991). Le riveglie oggi risultano completamente scomparse nelle aree classiche della loro </span><span style="font-style: italic;">coltivazione. Stessa sorte è toccata ad altre leguminose da granella, un tempo diffusamente seminate </span><span style="font-style: italic;">per </span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirL8gO-rgX4lfNYzRud_Mh9O2av2dVPQDLDr3hQgD1-YyVQFJp5dtmmtch4j3tyfW1GUBniJQUI_bPdZz5N8gPbRMBLNqruZpNU_2i_1SpzbDYlCEy7cLvWCWVqqwmJWMdSBE0bqva_QzY/s1600-h/Patata.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 159px; height: 144px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirL8gO-rgX4lfNYzRud_Mh9O2av2dVPQDLDr3hQgD1-YyVQFJp5dtmmtch4j3tyfW1GUBniJQUI_bPdZz5N8gPbRMBLNqruZpNU_2i_1SpzbDYlCEy7cLvWCWVqqwmJWMdSBE0bqva_QzY/s320/Patata.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5141930756820907106" border="0" /></a><span style="font-style: italic;">il bestiame nelle aree montane, come alcune varietà di Vicia sativa e Lathyrus cicera.</span><br /><span style="font-style: italic;">Il patrimonio agronomico regionale si presenta ricco e diversificato</span><span style="font-style: italic;"> anche per quanto concerne gli </span><span style="font-style: italic;">alberi fruttiferi. Sopravvivono, tuttora, molte varietà di mele, alcune distribuite su vaste zone, altre </span><span style="font-style: italic;">invece limitate a piccole aree. Per avere un’idea dello straordinario patrimonio pomologico basti</span><span style="font-style: italic;"> </span><span style="font-style: italic;">pensare che in un solo territorio comunale, quello di Gessopalena, alle falde della Majella, sono state </span><span style="font-style: italic;">riscontrate ben 13 diverse varietà di mele. Tra queste anche la mela piana o casolana, dal nome del </span><span style="font-style: italic;">vicino paese di Casoli a cui fa esplicito riferimento Boccaccio nel Decamerone quando, nella novella </span><span style="font-style: italic;">di Frate Puccio, accennando ad una donna scrive: ... fresca bella e ritondetta che pareva una mela </span><span style="font-style: italic;">casolana”.</span><br /><span style="font-style: italic;">Interessanti e significativi riferimenti storici e letterari sulle produzioni fruttifere abruzzesi le troviamo </span><span style="font-style: italic;">anche per quanto riguarda i fichi. Plinio asserisce in maniera esplicita che i migliori fichi, secondi per </span><span style="font-style: italic;">qualità solo a quelli delle isole Baleari, sono quelli dei Marruccini, ossia dei popoli che abitavano </span><span style="font-style: italic;">intorno all’antica Chieti. Tuttora in questa area è ampiamente diffusa la coltivazione dei fichi a</span><span style="font-style: italic;"> scopo </span><span style="font-style: italic;">commerciale. A Bucchianico, il centro maggiormente interessato a questa pratica colturale, ho raccolto </span><span style="font-style: italic;">informazioni relative a 12 diverse varietà. Lo ste</span><span style="font-style: italic;">sso nome dialettale carracine, diffuso in Abruzzo per </span><span style="font-style: italic;">indicare i fichi secchi, è probabile che tragga le sue radici etimologiche nell’antica varietà di fico caria, </span><span style="font-style: italic;">dal nome della località in Asia Minore, introdotta nella colonia di Alba Fucens, presso l’antico lago </span><span style="font-style: italic;">Fucino, da un ambasciatore romano in Siria come ci riferisce puntualmente Plinio (Manzi, 1997).</span><br /><span style="font-style: italic;">Per quanto riguarda la vite, molti vitigni sono andati persi. In particolare diverse uve bianche coltivate </span><span style="font-style: italic;">ampiamente nelle zone montane fino agli inizi di questo secolo, ove attualmente la coltura viticola </span><span style="font-style: italic;">ci sembra quantomeno improponibile. Tra queste probabilmente l’uva che Columella, nel De re </span><span style="font-style: italic;">rustica, individua come pumila nella conca aquilana o hirtiola nel settore nord della regione. Delle </span><span style="font-style: italic;">varietà di uve citate nello statuto del XVI secolo di Lanci</span><span style="font-style: italic;">ano: muscardello, pergolo, uva pane, uva </span><span style="font-style: italic;">donnole,</span><span style="font-style: italic;"> precoccio, malvasia (La Morgia, 1974), solo qualcuna risulta tuttora coltivata.</span><br /><span style="font-style: italic;">Nelle aree a vocazione olivicola della regione quale la zona vestina, che fa capo ai centri di Pianella, </span><span style="font-style: italic;">Loreto Aprutino e Penne, o il settore costiero e collinare della provincia di Chieti, si è conservato un </span><span style="font-style: italic;">notevole patrimonio di varietà ed ecotipi locali di olivo, alcune delle q</span><span style="font-style: italic;">uali attualmente sono state </span><span style="font-style: italic;">recuperate e rilanciate sul mercato come nel caso della gentile dell’area teatina o della dritta e </span><span style="font-style: italic;">tortiglione delle provincie di Pescara e Teramo.</span><br /><span style="font-style: italic;">Tra le coltivazioni arboree risultano totalmente scomparse quelle dei frassini di manna (Fraxinus </span><span style="font-style: italic;">ornus e E oxycarpa) la cui presenza in Abruzzo è documentata nel settore meridionale e costiero </span><span style="font-style: italic;">fino ai primi decenni del secolo scorso (Manzi, 1989). Sono state abbandonate anche la coltivazione </span><span style="font-style: italic;">di specie fruttifere minori come l’azzarolo (Crataegus azarolus) di cui nel Teramano erano conosciute </span><span style="font-style: italic;">due distinte varietà (Quartapelle, 1853).<br /><br /></span><span style="font-style: italic;"><span style="font-weight: bold;">Forme di paesaggio </span><br /></span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKRbAGej6tGfAa-j3nXk3luevsETn07rsJUpOe8RPuQ7l6yGrKoJswLJu2YU5Y5Axp3dHFv30fPBhQFgiu7q7VhLxlULDaOKPz7E7-x5T-hgxJuE6Vf4UWPHwQzUBA7D6gJDF3XMYUIljl/s1600-h/cereali.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 167px; height: 205px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKRbAGej6tGfAa-j3nXk3luevsETn07rsJUpOe8RPuQ7l6yGrKoJswLJu2YU5Y5Axp3dHFv30fPBhQFgiu7q7VhLxlULDaOKPz7E7-x5T-hgxJuE6Vf4UWPHwQzUBA7D6gJDF3XMYUIljl/s320/cereali.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5141930743936005170" border="0" /></a><br /><span style="font-style: italic;">Molte delle antiche varietà colturali, sopra menzionate, risultano legate a forme di agricoltura tradizionali </span><span style="font-style: italic;">ancora praticate nei terreni marginali. In particolare per la coltivazione della solina, nei terreni montani </span><span style="font-style: italic;">dell’area degli Altipiani Maggiori, non si fa uso né di diserbanti tantomeno di concimazione chimica. </span><span style="font-style: italic;">All’interno di questi campi si rinvengono numerose archeofite ormai divenute molto rare altrove come </span><span style="font-style: italic;">Centaurea cyanus, Agrostemma githago, Galium tricornutum, Buplerum rotundifolium, Bifora testiculata, </span><span style="font-style: italic;">ecc. Sul</span><span style="font-style: italic;">le pendici del Gran Sasso, nonché in altre conche intramontane aquilane, i campi coltivati</span><br /><span style="font-style: italic;">a cereali o a leguminose ospitano specie commensali rarissime, note nel territorio italiano solo in </span><span style="font-style: italic;">poche stazioni come nel caso di Falcaria vulgaris, Ceratocephala falcata, Adonis flammea subsp. </span><span style="font-style: italic;">cortiana (Tammaro, 1995) o Androsace maxima subsp. maxima, che risulta persino inclusa nella </span><span style="font-style: italic;">Lista Rossa delle Piante d’italia (Conti etal., 1997).</span><br /><span style="font-style: italic;">Molti dei paesaggi antropogenici più belli e suggestivi della regione sono legati proprio alla coltivazione </span><span style="font-style: italic;">di antiche varietà agronomiche locali e a forme colturali tradizionali. E’ il caso dei campi aperti del </span><span style="font-style: italic;">Gran Sasso (Farinelli, 1981), espressione di una gestione collettiva del territorio e mediata tra </span><span style="font-style: italic;">l’agricoltura e la pastorizia, dove tuttora si coltivano cereali e leguminose adattate alle quote elevate </span><span style="font-style: italic;">ed ai terreni più magri. Inoltre i man</span><span style="font-style: italic;">dorleti dell</span><span style="font-style: italic;">e conche aquilane (Console et. al.,1991) o delle pendici </span><span style="font-style: italic;">del Monte Velino e della Valle dell’Aterno che offrono nel periodo della fioritura uno spettacolo unico, </span><span style="font-style: italic;">anche in considerazione del contesto ambientale entro cui si collocano. Spesso sotto i mandorli, </span><span style="font-style: italic;">come nel caso dell’Altopiano di Navelli, vengono praticate antiche e preziose colture come quella </span><span style="font-style: italic;">dello zafferano.</span><br /><span style="font-style: italic;">Gli estesi uliveti nell’area Vestina, che conferiscono una profonda dolcezza al paesaggio collinare, </span><span style="font-style: italic;">sono costituiti da olivi piccoli e contorti appartenenti alle antiche varietà locali come la dritta, il </span><span style="font-style: italic;">tortigllone, la carbonchiola, ecc. Nel Chietino il paesaggio agrario, che Stendhal paragonava a quello </span><span style="font-style: italic;">toscano, è caratterizzato invece dalla gentile, una varietà di ulivo largamente coltivata nella provincia </span><span style="font-style: italic;">ed in particolare sul pianoro tra Casoli e Guardiagrele, dove sorgeva l’antica città sannitica di Cluviae. </span><span style="font-style: italic;">L’Abruzzo è la regione ove si incontrano due antichi modi di coltivare il vigneto: quello etrusco in cui </span><span style="font-style: italic;">la vite si “marita” all’albero (alberata) ed in particolare all’acero campestre, e quello di origine grecolatina </span><span style="font-style: italic;">con la vite coltivata ad alberello e sorretta da canne. L’alberata è diffusa principalmente in </span><span style="font-style: italic;">Toscana, Umbria e Marche. In Abruzzo si riscontra solo nella provi</span><span style="font-style: italic;">ncia teramana, ai confini con le </span><span style="font-style: italic;">Marche, dove tuttora sopravvivono lembi residui delle antiche alberate nelle zone collinari e montane </span><span style="font-style: italic;">di Civitella del Tronto, Campli, ecc. I vigneti con viti governate ad alberello e sorrette da canne,</span><br /><span style="font-style: italic;">invece, si localizzano nelle restanti aree della regione. Attualmente vigneti di questo tipo si rinvengono </span><span style="font-style: italic;">sempre più rari nelle fasce basso-montane della provincia di Chieti. Sia nel</span><span style="font-style: italic;">le ultime alberate che nei </span><span style="font-style: italic;">superstiti vigneti bassi con vite governata ad alberello, si sono conservati molti degli antichi vitigni. </span><span style="font-style: italic;">Infatti alcuni vigneti tradizionali, a detta dei proprietari, sono vecchi di quasi cento anni, forse impiantati </span><span style="font-style: italic;">prima della diffusione della fillossera e della peronospora che distrussero buona parte dei vigneti </span><span style="font-style: italic;">europei.<br /><br /></span><span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Il ruolo dei parchi e delle riserve naturali </span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_OiHubxeO724oTT6TGDFKzYb9QBU0RJQ4f1NpfV1RLNF0X2pMaenlNX547ioxpzkHfc3JCKQ-zEVCRXl7ahGOwAHro1vy_bnIrNT0WOL5XdeN64YwBScjQpRbtkzWrHsoY5FR-IYx8Iwe/s1600-h/zafferano.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 122px; height: 122px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_OiHubxeO724oTT6TGDFKzYb9QBU0RJQ4f1NpfV1RLNF0X2pMaenlNX547ioxpzkHfc3JCKQ-zEVCRXl7ahGOwAHro1vy_bnIrNT0WOL5XdeN64YwBScjQpRbtkzWrHsoY5FR-IYx8Iwe/s320/zafferano.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5141931774728156306" border="0" /></a><span style="font-style: italic;"><br /><br />L’Abruzzo è la regione europea con la più alta percentuale di territorio protetto. Infatti i tre parchi </span><span style="font-style: italic;">nazionali (Parco Nazionale d’Abruzzo, PN. della Majella, PN. del Gran Sasso e Monti della Laga), </span><span style="font-style: italic;">unitamente ai parchi regionali, riserve regionali e oasi del WWF interessano oltre il 30% dell’intero </span><span style="font-style: italic;">territorio regionale. All’interno delle aree protette non si riscontrano solo ambienti naturali, come </span><span style="font-style: italic;">foreste, praterie primarie, pareti rocciose ecc., ma anche ecosistemi di origine antropica come i </span><span style="font-style: italic;">pascoli secondari che occupano superfici molto ampie e non di rado anche campi e coltivi.</span><br /><span style="font-style: italic;">I parchi e le riserve, oltre che svolgere una fondamentale ed irrinunciabile azione di tutela e salvaguardia </span><span style="font-style: italic;">del patrimonio faunistico, vegetale, e degli ecosistemi in generale, possono rivestire un ruolo rilevante </span><span style="font-style: italic;">nella salvaguardia delle antiche varietà colturali e, più in generale, nel mantenimento della diversità </span><span style="font-style: italic;">agronomica, qualora il loro territorio risulti tuttora interessato a forme di agricoltura tradizionale. </span><span style="font-style: italic;">La necessita di preservare il patrimonio agronomico non è legata solo a mere motivazioni di genetica </span><span style="font-style: italic;">agraria, di per sé già molto importanti, ma anche a diversi ed ugualmente importanti aspetti. In </span><span style="font-style: italic;">particolar modo la disponibilità delle varietà colturali locali, adattate alle condizioni ambientali e con </span><span style="font-style: italic;">alto grado di rusticità, garantisce il mantenimento di quelle forme più caratteristiche ed esclusive del </span><span style="font-style: italic;">paesaggio agrario di cui si è accennato in precedenza. Inoltre la conservazione e la ridiffusione di </span><span style="font-style: italic;">queste varietà ad alta rusticità è un presupposto importante per il mantenimento e la promozione di </span><span style="font-style: italic;">un modello di agricoltura biologica e compatibili con le finalità che persegue un’area protetta. La </span><span style="font-style: italic;">tutela delle varietà agronomiche locali e in generale dei prodotti tipici di un’area, garantisce il </span><span style="font-style: italic;">mantenimento anche di una diversità e ricchezza culturale locale che proprio nei cibi tradizionali ha </span><span style="font-style: italic;">una delle manifestazioni più tangibili ed apprezzate.</span><br /><span style="font-style: italic;">Non va nemmeno sottovalutato il ruolo fondamentale che, spesso, le colture tradizionali rivestono </span><span style="font-style: italic;">per la conservazione di molte specie selvatiche sia floristiche che faunistiche. E’ il caso delle numerose </span><span style="font-style: italic;">piante infestanti le colture tradizionali a cereali o a leguminose di cui si è accennato in precedenza </span><span style="font-style: italic;">e che, oltre ad un indubbio valore fitogeografico, presentano anche un importanza culturale in quanto </span><span style="font-style: italic;">spesso si tratta di piante care alla tradizione popolare poiché cariche di significati magici o rituali, o </span><span style="font-style: italic;">più semplicemente utilizzate nella vita quotidiana come alimento supplettivo o per curare le malattie. </span><span style="font-style: italic;">Inoltre molte specie animali, spesso rare o in declino, risultano strettamente legate a particolari forme </span><span style="font-style: italic;">colturali e paesaggistiche, come nel caso dell’averla capirossa (Lanius senator) la cui presenza era </span><span style="font-style: italic;">correlata alle alberate nell’Italia centrale (Manzi, Perna, 1990), oppure le comunità ornitiche dei campi </span><span style="font-style: italic;">aperti del Gran Sasso, nello specifico diverse entità originarie degli ambienti steppici strettamente </span><span style="font-style: italic;">dipendenti dalle pratiche agronomiche. Il recupero e diffusione del grano marzuolo, ad esempio, </span><span style="font-style: italic;">potrebbe avere effetti positivi sulle comunità animali ed in particolare ornitiche. Trattandosi di un </span><span style="font-style: italic;">cereale a semina primaverile, i campi non vengono arati in agosto o settembre come avviene </span><span style="font-style: italic;">normalmente, pregiudicando la disponibilità alimentare nel periodo autunnale per molti animali, </span><span style="font-style: italic;">specialmente per gli individui giovani. Inoltre la mietitura viene posticipata, in questo modo si garantisce </span><span style="font-style: italic;">per un periodo più lungo l’ambiente di nidificazione e di alimentazione per diverse specie.</span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQkRX-bBA4eRQBJP1vTlvp0hZ7_urzE-K_RlX2MKOlF__F7SXoP4l0BStIr47Eos3ndYwE3fj_hbD5NcF5D8n6cCBl1HCArxJ2p-_KLL7oFq4eBtlbu08DEv7HqUA-T0LGId5s3hndikPh/s1600-h/navelli.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQkRX-bBA4eRQBJP1vTlvp0hZ7_urzE-K_RlX2MKOlF__F7SXoP4l0BStIr47Eos3ndYwE3fj_hbD5NcF5D8n6cCBl1HCArxJ2p-_KLL7oFq4eBtlbu08DEv7HqUA-T0LGId5s3hndikPh/s320/navelli.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5141931774728156290" border="0" /></a><br /><span style="font-style: italic;">Nell’ottica di un programma di salvaguardia dei patrimonio agronomico, le aree protette ed in particolare </span><span style="font-style: italic;">i parchi nazionali e regionali, possono attivare una serie di interventi fra loro complementari. </span><span style="font-style: italic;">In primo luogo il censimento, catalogazione e tipificazione delle varietà colturali diffuse e caratteristiche </span><span style="font-style: italic;">nell’area di loro competenza.</span><br /><span style="font-style: italic;">L’allestimento di un giardino botanico finalizzato alla coltivazione delle varietà colturali locali al duplice </span><span style="font-style: italic;">scopo di conservazione ex situ di queste piante e di divulgazione della problematica inerenti la </span><span style="font-style: italic;">conservazione del patrimonio agronomico.</span><br /><span style="font-style: italic;">Organizzazione e gestione di una banca del seme, di una spermoteca o comunque un centro per </span><span style="font-style: italic;">la raccolta del germoplasma da localizzarsi preferenzialmente presso il giardino botanico.</span><br /><span style="font-style: italic;">lncentivi agli agricoltori ed aziende agrituristiche per facilitare la diffusione e la coltivazione sul territorio </span><span style="font-style: italic;">delle varietà colturali in via di scomparsa. in particolare le aziende agrituristiche potrebbero predisporre </span><span style="font-style: italic;">anche dei campi dimostrativi e didattici sulle antiche varietà locali.</span><br /><span style="font-style: italic;">Sono questi gli interventi minimi che potrebbero garantire la conservazione di un patrimonio non solo </span><span style="font-style: italic;">agronomico, ma più in generale culturale, unico, e per certi versi, irripetibile.</span><br /></div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-49386263081285341392007-11-09T18:00:00.000+01:002008-12-10T02:46:32.925+01:00Campotosto e parco nazionale d'Abruzzo.<div align="justify">Per la rubrica "raccontalo con una foto", il caro amico Enzo (invito quanti ancora non l'avessero fatto a visitare il suo <a href="http://blogorsobruno.blogspot.com/">blog sugli orsi</a>) mi manda queste fantastiche foto scattate sul lago di Campotosto, nel parco nazionale del Gran Sasso e dei monti della Laga la scorsa settimana.<br /></div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5130888552018217490" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" height="250" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmD4vDWbs6kE82wUx01pRnfHp00C6xTvt5GpW0l_yCK2wnVe8aAfELxZAbBj-I-Dq1P85z5AKJqgD8v7F5HISH4JlAM7WJLKem6vWvEoIMIJ_EcV1XVhXbolH1j7G3ws8IW7MvLYvG0Ukk/s320/ParcoN.le_Gran_Sasso_Laga_lago_di_campotosto.jpg" width="333" border="0" /><br /><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5130888586377955890" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 338px; CURSOR: hand; HEIGHT: 258px; TEXT-ALIGN: center" height="255" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVofkMSbcs2ox5LTugonk3hTgvb3zhlp-rsYoQuCQz5OJ6NDAJ2_ZECfDdtEmYAV59ycL2opmaWTFUbIFqBS-BoJBALYKhZQqnr10_hTkD71m9yR8tsqDbtnLSlQhRnRglz_7jwgMzdK0F/s320/ParcoN.le_Gran_Sasso_Laga_Veduta_Lago_campotosto_e_Gran_Sasso_(3).jpg" width="333" border="0" /> <img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5130888582082988578" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" height="261" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuHEVo8TeAxrfznPIlhlLCLmCRp0CpbqjyC-WSxx0yITiariehgW4hry1O8p8i-8YcTcJFbabg2irNKMLa5Tj48pIpToxjNGntWnWjXAl0nPVaxwt0dmHgIbNgXUZfGEGZdqrQeWkZBMUW/s320/ParcoN.le_Gran_Sasso_Laga_Valico_delle_capannelle_1300_slm.jpg" width="346" border="0" /><br /><br />Le prime due sono del lago di Campotosto in autunno, la terza è una vista del massiccio del Gran Sasso dal valico delle Capannelle.<img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5130888586377955906" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBt8CShQ6KtW2YBqpZ9GEf4Zudn8qfPnqMJA5WGDbQL5lDO7hHgz2qASlhaHJh7Oj5s57CzZTpfKTHx0JqQhL_-2euwbXy5tXX1ARmS1ZVpqqr_DY1Pw5iNcMhz-yMf_VKFZXlB_zmzicx/s320/ParcoN.leAbruzzo_041.jpg" border="0" />La quarta è stata scattata nel Parco d’Abruzzo, proprio dove hanno trovato gli orsi uccisi, la località si chiama “acqua ventilata”.Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-86454147091878738692007-11-04T12:29:00.000+01:002008-12-10T02:46:33.683+01:00Sul monte Cimone, nel parco del Frignano (Modena)<div align="justify">Il monte Cimone è la montagna di riferimento del parco del Frignano ed è una delle aree sciistiche più importanti dell'Emilia Romagna. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFLpQsLEHAWGOwO__ACoKrFx2I5j7WwXw0hPMr3ed-h0jtXdfpi7NyC99g1DPaBbSlAdzbDP1u4jeIOQZuw8MpkHrGX4mhfVfK1RB6GoAC_9FasmVEbTXR6_8nlW-95-14Id10qasPnLqx/s1600-h/cimone.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5128956286609219730" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 257px; CURSOR: hand; HEIGHT: 161px" height="177" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFLpQsLEHAWGOwO__ACoKrFx2I5j7WwXw0hPMr3ed-h0jtXdfpi7NyC99g1DPaBbSlAdzbDP1u4jeIOQZuw8MpkHrGX4mhfVfK1RB6GoAC_9FasmVEbTXR6_8nlW-95-14Id10qasPnLqx/s320/cimone.jpg" width="271" border="0" /></a><br />Il <a href="http://http://www.parcofrignano.it/#">Parco del Frignano</a> si trova in provincia di Modena sull'appennino e si estende per circa 15.000 ettari sul territorio dei Comuni di Fanano, Fiumalbo, Frassinoro, Montecreto, Pievepelago, Riolunato e Sestola.<br />L’area protetta comprende tutto il tratto di crinale modenese, offrendo ambienti molto diversificati e di notevole valore naturalistico, spaziando dai 500 metri s.l.m. sino agli oltre 2000 metri.<br />Il comune di riferimento del parco è <a href="http://http://www.comune.pavullo-nel-frignano.mo.it/">Pavullo nel Frignano</a> (16000 abitanti circa), che sorge a 686 metri s.l.m. è <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNcLeCZOb0loxGr5SoGv0IZQ-E_6O77DZxYVcCvxHzHvfMmZYa_sKk6vEV-BuqFr__b70XSKV7x4RkEnBPUEO3ANP2QCPmIp6ZhtyxRrtjMWf3nqEsb7kqUyPEvt_hIrj30qBToWrBMfnK/s1600-h/pavullo1.gif"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5128956634501570738" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 161px; CURSOR: hand; HEIGHT: 133px" height="139" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNcLeCZOb0loxGr5SoGv0IZQ-E_6O77DZxYVcCvxHzHvfMmZYa_sKk6vEV-BuqFr__b70XSKV7x4RkEnBPUEO3ANP2QCPmIp6ZhtyxRrtjMWf3nqEsb7kqUyPEvt_hIrj30qBToWrBMfnK/s320/pavullo1.gif" width="174" border="0" /></a>situato a metà strada tra la pianura e l'alto Appennino modenese ed è facilmente raggiungibile sia da Modena che da Bologna percorrendo la Via Estense. Si connota come il comune più vasto ed importante dell'Appennino modenese, una vera e propria "città montana", ove ha sede la Comunità Montana del Frignano.<br />L'escursione più bella dal punto di vista paesaggistico è raggiungere la vetta del monte Cimone a 2165 metri di altezza. Il Tempo di percorrenza è di crca 6-7 ore tra andata e ritorno, con dislivello di circa 1000m. Risulta pertanto impegnativo.<br />Il Cimone è la montagna più alta dell’Appennino settentrionale. Si erge su una dorsale isolata rispetto allo spartiacque appenninico dominando l’intero territorio del Parco. Si trova vicino al confine con la provincia di Pistoia in Toscana. L’itinerario consigliato per la salita è piuttosto lungo e faticoso, ma molto panoramico e attraversa ambienti intatti e rappresentativi dell’area. Il percorso ha inizio da Bellagamba, piccolo abitato nel comune di Fiumalbo. Si segue il tracciato fino al primo bivio, da qui si prosegue a sinistra sul sentiero CAI 493, fino ad incontrare il Rio Acquicciola, guadato il quale ha inizio la lunga salita nel bosco verso la dorsale sud ovest del Monte Lagoni, dove, negli ampi terreni aperti che si alternano ai boschetti, nella tarda estate è possibile osservare bellissime fioriture di calluna e carlina bianca. A circa 1700 mt. di altitudine il sentiero esce dal bosco, mostrando il tipico ambiente di alta quota: splendide prat<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjb93sCDeLrI5yy0T7pgqqYmgmgYfLcKscleWT56zK9urSr_LExpFUrkRdI1aW0MhFFYu8t9bCwJEWCd68xp97R7VOYuGZb7KJ2Aa__uk5UuUIpDF-J83A4nbCMOTPTVFETmeAwwlKRadEl/s1600-h/Lago.Baccio-640.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5128956707516014786" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 236px; CURSOR: hand; HEIGHT: 155px" height="174" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjb93sCDeLrI5yy0T7pgqqYmgmgYfLcKscleWT56zK9urSr_LExpFUrkRdI1aW0MhFFYu8t9bCwJEWCd68xp97R7VOYuGZb7KJ2Aa__uk5UuUIpDF-J83A4nbCMOTPTVFETmeAwwlKRadEl/s320/Lago.Baccio-640.jpg" width="253" border="0" /></a>erie che si alternano a fasce rocciose. Il percorso diventa qui estremamente panoramico, l’ambiente è alpestre e severo, il cono del Cimone incombe, ormai vicino; a sud il monte Libro Aperto presenta, evidentissime, le tracce degli antichi ghiacciai: circhi, pianori, accumuli morenici. Si prosegue verso nord sul sentiero CAI 447 su un terreno argilloso e nerastro, si sfiora la sommità del Monte Piazza prima di incontrare nuovamente le rocce arenacee nella cresta rocciosa che sale ripidamente fino al Monte Cimoncino. Da qui al Cimone è un breve saliscendi fino alla cappella dedicata alla Madonna della Neve. Il paesaggio è di una vastità sconcertante. In una giornata limpida si potrà abbracciare con lo sguardo tutta l’Italia settentrionale e gran parte di quella centrale, comprese le isole dell’arcipelago toscano e la Corsica; con l’aiuto di un binocolo la vista si estenderà fino alle coste dell’Istria, alle cime alpine e a sud est fino al Monte Amiata e al Terminillo. Per il rito<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0Lu1B3F_ZXULT3nkQAoJ1MzCJAMMakmiHKIPlgssQFxOwGizaYVPRdAHaZlRoGW6Jah-AyWxXqMUjvPSIRcX0Kn270O0teE2Am_Zas1VPAbTz7Ol9j_Naequv_IiztVZyCLFwxz7vdNIy/s1600-h/cimone02.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5128956303789088930" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 229px; CURSOR: hand; HEIGHT: 158px" height="175" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0Lu1B3F_ZXULT3nkQAoJ1MzCJAMMakmiHKIPlgssQFxOwGizaYVPRdAHaZlRoGW6Jah-AyWxXqMUjvPSIRcX0Kn270O0teE2Am_Zas1VPAbTz7Ol9j_Naequv_IiztVZyCLFwxz7vdNIy/s320/cimone02.jpg" width="260" border="0" /></a>rno si presentano due alternative: la prima consta nel percorrere a ritroso l’itinerario dell’andata; la seconda, consigliata a forti camminatori, consiste nell’imboccare il sentiero CAI 489 che sale da Doccia che, dopo una breve discesa nel bosco, si apre nella stupenda conca del Padule il Piano con i suoi numerosi ruscelli e i grandi faggi sopravvissuti al tempo e alle intemperie. Qui il sentiero diventa un viottolo ben marcato che scende rapidamente verso Doccia lungo una ripida e sassosa pista da sci di scarso valore paesaggistico. </div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-6835152716349961812007-11-03T15:31:00.000+01:002008-12-10T02:46:34.476+01:00Il sentiero della Pace: dalla capitale all'appennino romano<div style="text-align: justify;">Ho scoperto questa bellissima iniziativa della formazione di un itinerario di circa 80 km che collegherà Roma a Subiaco, passando per i monti Prenestini e sublacensi, con tanto di tappe in alcuni luoghi di interesse storico artistico, oltre che paesaggistico, come paesini medievali<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnrGwIJqg_IwVUrkJH5wee0dnOCWAWj9xHIl-gxbZv4lNxANUSaJzqHT70VyhSh7kxllEjwxFD8ADBPq5aJIiokHAnQwY2zcOfKu3yeDjHoFOMIl5ezD_3UIHLqGSdYIEyw63VteinpeSQ/s1600-h/sentiero+pace.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 138px; height: 138px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnrGwIJqg_IwVUrkJH5wee0dnOCWAWj9xHIl-gxbZv4lNxANUSaJzqHT70VyhSh7kxllEjwxFD8ADBPq5aJIiokHAnQwY2zcOfKu3yeDjHoFOMIl5ezD_3UIHLqGSdYIEyw63VteinpeSQ/s320/sentiero+pace.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5128632304341180482" border="0" /></a> incantevoli, monasteri, conventi ed eremi di montagna. Tale sentiero è intitolato <a href="http://www.sentieropace.org/">sentiero della pace</a>. Si svolge tutti gli anni ad ottobre e quest'anno si è svolta la terza edizione.<br />Vi posto l'articolo integrale di Antono Citti dal sito <a href="http://www.abitarearoma.net/index.php?doc=articolo&id_articolo=6166">abitare a Roma</a>.<br />Sicuramente un'ottima occasione per tanti appassionati per organizzarsi in tutta comodità da Roma e provincia un vero e proprio pellegrinaggio spirituale (la zona in questione è ricca anche di luoghi di culto, come la SS Trinità di Vallepietra o i monasteri di Subiaco ma anche dei monti vicini) o più semplicemente per una scampagnata fuori porta con amici per passare qualche notte accampati a contatto con la natura.<br />Allora controllate l'equipaggiamento ed organizzatevi.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXeLEMMDA8tb3nU4Bba0nl3H0YNCk7XUgoWh5Wovz4drME_761VVHHtakg_6s0RAtzD0_Tmnt919YluvJi5NJvpSL3eEGITrUAwSpwxP22kbsfSF5PbMWeebkpxTCYF_O49OFVaIqKpBga/s1600-h/caisstrinita1.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 210px; height: 191px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXeLEMMDA8tb3nU4Bba0nl3H0YNCk7XUgoWh5Wovz4drME_761VVHHtakg_6s0RAtzD0_Tmnt919YluvJi5NJvpSL3eEGITrUAwSpwxP22kbsfSF5PbMWeebkpxTCYF_O49OFVaIqKpBga/s320/caisstrinita1.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5128632304341180498" border="0" /></a><br /><br /><br /></div><div style="font-style: italic; text-align: justify;">“Il sentiero della pace nella provincia di Roma: un corridoio per l’ambiente, la cultura e la pace” di circa 80 km di cammino è un itinerario che collega Roma a Subiaco attraverso la campagna, le colline e le montagne della provincia di Roma giungendo in luoghi di grande valore spirituale e pacifista, ambientale e storico, dalla modernissima Chiesa del Millennio a Tor Tre Teste all’antichissimo tempio di Giunone a Gabii, l’antica via Prenestina e il percorso degli acquedotti di Gallicano, il rupestre santuario della Mentorella sul Monte Guadagnolo, la pacifica cittadina di Pisoniano e il ritiro di S. Francesco a Bellegra, gli antichi borghi di Roiate e Affile per finire al Convento di S.Francesco e ai celebri Monasteri Benedettini di Subiaco.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPuZDuQh2kwnnBWQXqaHULOZtb0q_cNCpMxdt9ky21Ae_lk2-c6jVaVNf4cz71A7EftRadN62fyi4MN9dFRgfUNqn13ZzwnoBmYY1pBI0skNaQRCwpxHAsgVFde6TGu2Oi8VYH5_fgETKv/s1600-h/mentorella.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 277px; height: 166px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPuZDuQh2kwnnBWQXqaHULOZtb0q_cNCpMxdt9ky21Ae_lk2-c6jVaVNf4cz71A7EftRadN62fyi4MN9dFRgfUNqn13ZzwnoBmYY1pBI0skNaQRCwpxHAsgVFde6TGu2Oi8VYH5_fgETKv/s320/mentorella.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5128631617146413074" border="0" /></a><br /><br />Il sentiero è percorso in sette giorni ogni anno da un nutrito ed organizzato gruppo di escursionisti fino ad oggi ad ottobre, subito dopo la festa di S. Francesco ed è previsto che ad ogni tappa siano ricevuti da una delegazione comunale e che la serata venga curata da una associazione locale, con discussione su argomenti di interesse ambientalistico pacifista , culturale e di folklore locale, spesso con regalo di libri e opuscoli sul tema.<br /><br />Il progetto concretizzato dalla Federazione Italiana Escursionismo in collaborazione con il Centro Educazione Ambientale del 7° Municipio di Roma è stato finanziato dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Roma ed è dedicato all’Accompagnatore scomparso Salvatore Ricci e denominato Sentiero della Pace a sottolineare i valori di scambio di amicizia tra le persone ed i principi della convivenza pacifica.<br /><br />Nel 2007 erano presenti tra gli escursionisti associati e responsabili del Servas, associazione che promuove l’ospitalità solidale, che cercherà di coinvolgere persone e famiglie della zona per renderle partecipi, facendo inoltre aderire strutture che possano ospitare i gruppi in maniera del tutto gratuita, nello spirito di collaborazione tra le persone ed i popoli. Erano anche presenti i giovani del movimento YAP, Youth Action for Peace, che quest’anno e <a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZWX85bsJE18SNvai_LFHT5rrswAjLdwUlyGQbjR5haIpzmn3NDKg9b9zt2Y4XowsuUvyE1GR2o4BpiVNow92LRI6feuf7g1aMSAUMsppLuI8cbBEXIvNwpjdsMcvgwP2HEwWOpNk_0yal/s1600-h/subiaco.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 274px; height: 178px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZWX85bsJE18SNvai_LFHT5rrswAjLdwUlyGQbjR5haIpzmn3NDKg9b9zt2Y4XowsuUvyE1GR2o4BpiVNow92LRI6feuf7g1aMSAUMsppLuI8cbBEXIvNwpjdsMcvgwP2HEwWOpNk_0yal/s320/subiaco.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5128631630031314978" border="0" /></a>per la terza volta è intervenuto, inviando ragazzi giunti da vari paesi del mondo come Corea, Palestina, Turchia, Ungheria, Spagna, per portare il loro aiuto, che con grande spirito di solidarietà e nel nome della pace hanno curato la manutenzione del percorso naturalistico, che nel 2008 giungerà fino al paese di montagna di Jenne, nel cuore del Parco Regionale dei Monti Simbruini.<br /><br />Chi desidera informazioni può indirizzarsi alla segreteria della FIE Lazio: segreteria@fielazio.it Tel 06 7211301 dal martedì al venerdì dalle 17 alle 20<br /><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.sentieropace.org/Opuscolo_Pace_2006.pdf">Clicca qui per scaricare l'opuscolo con gli itinerari di quest'anno.</a><br /></div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-60212022661015764622007-11-01T17:47:00.000+01:002008-12-10T02:46:35.148+01:00Piani di Luzza e Cima Sappada<div style="text-align: justify;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-JIeywFwgLUYYGUUquqiC7zISg4lklHxMi2K0eFsjtPhnwr3eNYQnuvkG4EeVmIndN9kWpPkPVtvPVS8yTEEBGeLCI4lkXS3BexPr-YpxlAPdcWGb47DRDZJBkQtkLqDgKvbgULc7Xis4/s1600-h/sappada.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 224px; height: 261px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-JIeywFwgLUYYGUUquqiC7zISg4lklHxMi2K0eFsjtPhnwr3eNYQnuvkG4EeVmIndN9kWpPkPVtvPVS8yTEEBGeLCI4lkXS3BexPr-YpxlAPdcWGb47DRDZJBkQtkLqDgKvbgULc7Xis4/s320/sappada.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127928780108160946" border="0" /></a>Un posto molto bello dove sono finito per caso questa estate per lavoro è Cima Sappada. Io sono andato lì come medico di una colonia di bambini simpaticissimi, che sono riusciti, accompagnati dagli istruttori è ovvio, a fare le imprese più disparate, da arrampicare, a fare canoa, escursioni anche impegnative, dormire in rifugi in alta montagna,andare a cavallo, nonchè calcio,basket, piscina ecc..., vista la disponibilità di numerosi campi.<br /></div>Sappada è sulle Dolomiti venete, in provincia di Belluno sul confine con il Friuli Venezia Giulia, mentre Piani di Luzza è a pochi km di distanza, in Friuli Venezia Giulia, provincia di Udine. Sono immerse in un contesto tipico alpino, pur non essendo ad altezze esorbitanti (1000m sul livello del mare).<br />Piani di Luzza è meno sfruttata turisticamente ed è l'ideale per chi ama godersi la montagna in assoluta riservatezza.<br />Famose per gli impianti sciistici d'inverno, Sappada ha impianti per sci alpino con numerosi impianti di risalita, Piani di Luzza invece ha un impianto molto grande per lo sci di fondo ed il tiro al bersaglio, in una piana nel bosco.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFSIE_situ8yNtIi7n6Lku3dte4584mKawrensTDV9KYEhQwG0Cfx4NJjCmeh_o-58xq_mqXHN9K4c94qOetawdpZUsybefcFj5w2WFGqEOG3GEhtdOUXwXw5vqsBP3GYqvAoK9OCm1R_U/s1600-h/Piani+di+Luzza+23-6+089.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 211px; height: 148px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFSIE_situ8yNtIi7n6Lku3dte4584mKawrensTDV9KYEhQwG0Cfx4NJjCmeh_o-58xq_mqXHN9K4c94qOetawdpZUsybefcFj5w2WFGqEOG3GEhtdOUXwXw5vqsBP3GYqvAoK9OCm1R_U/s320/Piani+di+Luzza+23-6+089.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127928363496333218" border="0" /></a><br />D'estate queste località riservano magnifici scenari, con alpeggi, pascoli, malghe,rifugi, tutti rigorosamente adornati con gerani multicolori. L'unico problema è il tempo, molto variabile, sono frequenti gli acquazzoni e le temperature possono essere piuttosto fresche anche in piena estate.<br />Belle anche le camminate e le falesie per chi ama arrampicare, nonchè i torrenti su cui fare rafting.<br />Inoltre passeggiando nei boschi mi è capitato di trovare numerosi funghi porcini, mote specie di alberi, lamponi, fragoline di bosco ed orchidee selvatiche molto belle. Quindi molto e lo da un punto di vista naturalistico. In effetti le vie escursionistiche panoramiche sono piuttosto impegnative e non proprio alla portata di tutti, essendo le montagne molto ripide e soprattutto rocciose.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLC61wTtFMh7J2ObNuOMsMr6LMf7kdk77b0vhTq7DLDxOSGxAcS58QwTyEZfdUeGcN4JOvFL6L7ljvEOY-qs6J5iD1CmGUEOZ6-a1vVsu-E-FnA1hJjY_s7PBevsgVwXzc3Fg5YrqOqWgr/s1600-h/Cima+Sppada21+giugno+086.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 391px; height: 260px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLC61wTtFMh7J2ObNuOMsMr6LMf7kdk77b0vhTq7DLDxOSGxAcS58QwTyEZfdUeGcN4JOvFL6L7ljvEOY-qs6J5iD1CmGUEOZ6-a1vVsu-E-FnA1hJjY_s7PBevsgVwXzc3Fg5YrqOqWgr/s320/Cima+Sppada21+giugno+086.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127915783537123218" border="0" /></a><br />Ci sono numerosi torrenti e gole scavate dall'acqua, con cascatelle tipiche, molto bello ed è' possibile recarsi alle sorgenti del fiume Piave lungo, la Val Selis, ai piedi del monte Peralba.<br />Suggestive come sempre in questi paesini, sono le chiesette,come quella di S.Margherita di stile barocco, costruita nel 1779 contenente alcuni affreschi di particolare pregio, situata in borgata Granvilla.<br />Merita una visita anche il paesino di Forni Avoltri (UD) e le malghe che negli intorni,dominata dalle cime più alte delle Alpi Carniche, il Monte Coglians con i suoi 2780 m di altitudine è la vetta più elevata.Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-60515508209980230462007-11-01T17:40:00.000+01:002007-11-01T17:46:26.435+01:00Raccontatelo con una fotoInvito i lettori del mio blog a spedirmi foto di escursioni o di panorami naturalistici o fenomeni atmosferici particolarmente significativi con allegato un breve racconto, spiegazione, aneddoto, curiosità del posto, descrizione di un evento particolare,ecc... .<br />Speditele all'indirizzo e-mail emiliano.rossi@micso.net<br />Aspetto vostre foto.Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-70200070856405161432007-10-31T18:09:00.000+01:002008-12-10T02:46:36.680+01:00I sergenti.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-uo1vAT0Ugrn7ruemHJSmdNNuR2ZuNP-Ez7hLsdJrK_L8w2ZchJTz682OoCrd0zRUWU_H3th0fyS2aLdX33WmCyslKHKZbSDKn4TXwgRTAfuts-YQ469Mp5zZs1DCujCLWsBZjpNptAGm/s1600-h/sergente_marco+paolini_la7.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 214px; height: 214px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-uo1vAT0Ugrn7ruemHJSmdNNuR2ZuNP-Ez7hLsdJrK_L8w2ZchJTz682OoCrd0zRUWU_H3th0fyS2aLdX33WmCyslKHKZbSDKn4TXwgRTAfuts-YQ469Mp5zZs1DCujCLWsBZjpNptAGm/s320/sergente_marco+paolini_la7.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127564476687146834" border="0" /></a>Oggi esco un pò fuori dal tema del mio blog. Ma il bello di avere un blog è quello di poter esprimere emozioni e sensazioni. E le emozioni sono quelle che ieri sera mi ha trasmesso <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Paolini">Marco Paolini</a> nella sua rappresentazione teatrale "il sergente",tratto dal racconto di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Rigoni_Stern">Mario Rigoni Stern</a> "<span style="font-style: italic;">il sergente</span> <span style="font-style: italic;">nella neve"</span> che racconta della ritirata drammatica dei nostri soldati dalla campagna di Russia nell'inverno 1943, durante la seconda guerra mondiale.<br /><div style="text-align: justify;">Ho avuto la possibilità di vedere dal vivo il suo spettacolo, andato in onda in diretta su <a href="http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/spettacoli_e_cultura/sergente-paolini/ascolti-la7/ascolti-la7.html">la7</a>, nella suggestiva cornice della cava Arcari di Zovencedo, sui Colli Berici vicino Vicenza! Il tempo e l'atmosfera erano adatte al tema dello spettacolo. Pioggia battente, vento freddo, nebbia ed una lunga passeggiata nel<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYR0KkMJjH84974GDpdJfXFSiYeH9DA-cnjwIxZazjLTIK42rj6MLx6hjEmAaLsVEPZJSIve6UGAZKE4qJo4GO2f89iHBiHDSEyviXJeggoMoVcD15eHbVxP9f5Ibn8bB0C6e3zqb0j0ah/s1600-h/Arcari.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 226px; height: 139px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYR0KkMJjH84974GDpdJfXFSiYeH9DA-cnjwIxZazjLTIK42rj6MLx6hjEmAaLsVEPZJSIve6UGAZKE4qJo4GO2f89iHBiHDSEyviXJeggoMoVcD15eHbVxP9f5Ibn8bB0C6e3zqb0j0ah/s320/Arcari.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127564480982114146" border="0" /></a> bosco al buio, illuminato dalle torce portatili, in un sentiero reso una poltiglia di fango grigiastro dalla pioggia. Tutto intorno il rumore della pioggia e i profili delle colline e più in là le luci dei paesi del vicentino a fondo valle.<br /><div style="text-align: justify;">Giunti alla cava siamo stati accolti da una tazza di vino caldo e da croste di pane bruscato e parmigiano. La cava, scavata nella roccia arenaria, è stata lavorata in un periodo precedente a quello delle macchine e delle concezioni attuali, per cui ha un aspetto irregolare, con colonne di pietra rigate che si alzano fino al "soffitto" calcareo, imponenti con luce irregolare, diametri irregolari, che davano l'aspetto di un tempio preistorico al palcoscenico allestito lì. E poi l'acqua. Tutta la cava è un serbatoio di acqua verde che prende i riflessi della roccia. E la si sente scorrere tutto intorno. La si sentiva correre, incanalarsi e sgorgare nel bacino artificiale della cava.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhepzuIbvUGrK5AZCAba61Z1sUoxqw9vCkzBBQ8lYaQNzxmRi7sTx9pTuNqEtMxiC4X8q1Ong66IPh7IwcQKh7qbZ3Em4NTnDa7TR5kHhYs3csx0rqjdQdA-xUl6-t0fpoZZXiHu_BeoJVX/s1600-h/rigoni-stern.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 140px; height: 150px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhepzuIbvUGrK5AZCAba61Z1sUoxqw9vCkzBBQ8lYaQNzxmRi7sTx9pTuNqEtMxiC4X8q1Ong66IPh7IwcQKh7qbZ3Em4NTnDa7TR5kHhYs3csx0rqjdQdA-xUl6-t0fpoZZXiHu_BeoJVX/s320/rigoni-stern.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127564184629370690" border="0" /></a><br /></div>Quindi tutti i preparativi per la diretta TV e poi l'arrivo di Mario Rigoni Stern, lui l'autore, ma prima di tutto il protagonista di questa triste avventura. L'applauso vero di tutto il pubblico, quindi l'abbraccio con l'attore, Paolini. Poi le spiegazioni e infine la diretta. 2 ore incolati sulle panche a bocca aperta, nonostante la scomodità, nonostante il freddo, nonostante la pioggia, tutti impassibili ad ascoltare una storia di altri tempi, in cui le guerre si facevano corpo a corpo, in cui i ragazzi di 20 anni invece di pensare a divertirsi e a rimorchiare, erano spediti in culo al mondo a sparare alla gente per non finire ammazzati. E quelli che non finivano vittima dei proiettili, li finiva il freddo e la fame della ste<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHlx1n0ColGFDFOjMrxygjlZ7LprkgFeEeudBcaqegecCJgIPIQcdUyRcTBo6HkSQ3VK1yvTdCs2b5AvzWc8_ePq6og2Oip1WeH6B5HG3p6AaAKNIlG89vHlkR9RHSMAysSSOIsjTem28C/s1600-h/don2.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 216px; height: 138px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHlx1n0ColGFDFOjMrxygjlZ7LprkgFeEeudBcaqegecCJgIPIQcdUyRcTBo6HkSQ3VK1yvTdCs2b5AvzWc8_ePq6og2Oip1WeH6B5HG3p6AaAKNIlG89vHlkR9RHSMAysSSOIsjTem28C/s320/don2.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127564184629370674" border="0" /></a>ppa russa. Ed anche quelli che sono tornati, come potranno mai aver condotto una vita normale. Dopo quello che hanno visto, dopo quello che hanno subito, dopo quello che hanno fatto! Dopo esser partiti lasciando un paese normale, in pace e ritornati in un paese, distrutto dalla guerra. Sempre loro hanno dovuto prendere e rimboccarsi le maniche ancora una volta e ritirarlo su. Ridargli una dignità, una governabilità, una costituzione! Dopo tutto questo ridargli una civiltà e portarcelo oggi a noi così come lo vediamo. A loro. A questi vecchietti, che sembra siano stati vecchi sempre e sembra non capiscano più il mondo in cui vivono, alla loro generazione distrutta per sempre dalla follia, a loro che non hanno avuto la libertà di essere giovani allora e che non hanno la liberà della lor<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9mQjETXJZkUTfpb7ut_RTLQo2kcmPxvo3ECjbwJsTOJoqBIrBSCWB_IO76TN91qCd9MG3-1UACwVNE3crlgl7bYQv7G98ptll-up-sCW3tY-8d31EdO-E0lz_8XPSUUNxjUKZvMSLXnXF/s1600-h/Don1.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 193px; height: 136px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9mQjETXJZkUTfpb7ut_RTLQo2kcmPxvo3ECjbwJsTOJoqBIrBSCWB_IO76TN91qCd9MG3-1UACwVNE3crlgl7bYQv7G98ptll-up-sCW3tY-8d31EdO-E0lz_8XPSUUNxjUKZvMSLXnXF/s320/Don1.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127564180334403362" border="0" /></a>o vecchiaia adesso, a loro rinchiusi nei campi di concentramento a combatter con i russi allora, rinchiusi oggi negli ospizi a combattere con le badanti russe oggi, in una società che non li riconosce più, che non gli riconosce il valore di quello che hanno fatto, a tutti questi piccoli eroi che ci passano sotto gli occhi ogni giorno va il mio grazie ed il mio pensiero.<br />Emiliano.<br /></div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-73155967957337255742007-10-30T12:28:00.000+01:002008-12-10T02:46:37.514+01:00Animali selvatici...alle porte<div style="text-align: justify;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMneo7BdtukbDeVgrxd16pUJsxXFPfi7HoIKpJU-owMVm5Xa8DQo1yPjp12WPOuFZPIYUrCpwg5hO8w_oGJzrPO-b5bga37gWf6yFxOokk_IFBG5c2OpXui6nCQBS0Ybyb10oY9w72eIrk/s1600-h/pettirosso.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 189px; height: 159px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMneo7BdtukbDeVgrxd16pUJsxXFPfi7HoIKpJU-owMVm5Xa8DQo1yPjp12WPOuFZPIYUrCpwg5hO8w_oGJzrPO-b5bga37gWf6yFxOokk_IFBG5c2OpXui6nCQBS0Ybyb10oY9w72eIrk/s320/pettirosso.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127102875077009170" border="0" /></a>Col titolo in questione, un po' ambiguo per la verità, volevo affrontare un tema che chi vive in campagna, magari spesso si trova ad affrontare e del quale spesso può trovarsi impreparato.<br />In inverno è facile trovarsi in giardino animali selvatici in difficoltà, che arrancano per trovarsi un pasto. Spesso si tratta di ricci o di piccoli volatili in difficoltà. Non tutti sanno come affrontare la situazione. Una cosa molto semplice che si può fare per questi animali è dare loro del cibo.<br />Il riccio per esempio è un animale notturno e si muove soprattutto alla ricerca di piccoli insetti o di frutta di stagione, come le mele. Siccome il periodo riproduttivo va da giugno a settembre, può succedere che i cuccioli più piccoli non ce la facciano ad avere uno sviluppo completo entro la fine dell'autunno, trovandosi così in difficoltà l'inverno. Si possono aiutare<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr6rjM5A1BMtut28FQwBdJVD-2iKSuULXRF3cYcnulFEGcxSHNGFesMdc4cNU1mOPo_KrIbqcjnTAc0WXIdjncXNpBbaydFb48S_j9Vu5-1T8aujRCOY1cUefVmeho39xiXGlgsTagtGX0/s1600-h/riccio.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 220px; height: 142px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr6rjM5A1BMtut28FQwBdJVD-2iKSuULXRF3cYcnulFEGcxSHNGFesMdc4cNU1mOPo_KrIbqcjnTAc0WXIdjncXNpBbaydFb48S_j9Vu5-1T8aujRCOY1cUefVmeho39xiXGlgsTagtGX0/s320/riccio.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127101766975446770" border="0" /></a> fornendo un riparo sicuro magari nei catasti di legna o costruendo delle piccole tane con le tavole, consapevoli però che non sono animali stantii e quindi lasceranno il riparo non appena saranno in condizioni migliori e comunque se vi è la presenza di altri animali domestici che possano disturbare la loro quiete, loro tenderanno a andare via. Da mangiare possiamo dare dei piccoli pezzettini di carne fresca o degli spicchi di mela non sbucciata. In inverno i ricci rallentano molto il loro metabolismo e quindi tendono a muoversi meno. Non disturbateli, perchè creerete loro solo stress inutile.<br />Oltre i ricci spesso ci si può imbattere in uccellini infreddoliti<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-6pFOu51wc0LVeq-tLQ-Fu5cJzjNzWRGGvuBLBqMisIm_zg-O1AXNae1HzzohJDY3oaHOmVuH2B-KaBlv5w6lfZTJmstGItrDR6OBhe5XjbcYBNOncsbAs1qVv2N3HRFTuUXTg3YAlA0P/s1600-h/cinghiale.JPG"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 134px; height: 147px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-6pFOu51wc0LVeq-tLQ-Fu5cJzjNzWRGGvuBLBqMisIm_zg-O1AXNae1HzzohJDY3oaHOmVuH2B-KaBlv5w6lfZTJmstGItrDR6OBhe5XjbcYBNOncsbAs1qVv2N3HRFTuUXTg3YAlA0P/s320/cinghiale.JPG" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127101749795577570" border="0" /></a> o affamati. La cosa migliore da fare è dargli dei pezzettini di frutta di stagione oppure delle sementi piccole o delle larve per i meno schizzinosi! Si possono creare dei veri e propri mangiatoie per uccellini fatti con un sottovaso un un bastone, da appendere su un albero o in balcone o sul tetto, nel quale riporvi quanto detto prima, cosicché i volatili possano andare a rifocillarsi. In ogni caso è bene sapere che gli uccelli si nutrono di bacche dei rovi e cespugli, frutti secchi, castagne, semi, semini delle pigne di abete, e tutto quanto boschi e montagne sono in grado di offrirgli, per cui rispettando questo habitat lascerete le riserve di cui hanno bisogno per sopravvivere in inverno.<br /></div>Può capitare di imbattersi in degli scoiattoli. In quel caso un po di frutta secca come noci, bacche, ghiande, castagne, nocciole, ecc..., sono un sicuro ristoro per questi piccoli animali che hanno bisogno di molte calorie per superare l'inverno.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizDRIiU9lZT0SA7fmyitG5vq_NRRQhjs7LWFvq9PVCssIKD8UMW5xunLEzpAM5U7VCGLgLjKFCXEmRzAhzL4XmHJTtAuzNvqknk7n7N8DmDWMNDpTgPsYIKGnOn-U2b2Hlh-2yjqevabpI/s1600-h/volpe.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 238px; height: 134px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizDRIiU9lZT0SA7fmyitG5vq_NRRQhjs7LWFvq9PVCssIKD8UMW5xunLEzpAM5U7VCGLgLjKFCXEmRzAhzL4XmHJTtAuzNvqknk7n7N8DmDWMNDpTgPsYIKGnOn-U2b2Hlh-2yjqevabpI/s320/volpe.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127101775565381378" border="0" /></a><br /><div style="text-align: justify;">Per qualsiasi tipo di informazione o se vi imbattete in animali più difficili da accudire come rapaci , volpi, tassi ecc..., c'è un organizzazione che si occupa della salvaguardia degli animali selvatici, che ha il suo centro a Modena e altri centri minori in provincia tra Modena e Reggio Emilia, che si chiama <a style="font-style: italic;" href="http://www.centrofaunaselvatica.it/chisiamo.htm">"il pettirosso"</a> , gestito da volontari che risponde in caso di bisogno ai numeri 339-8183676 oppure 339-3535192.<br /></div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-9934389180545400692007-10-30T11:07:00.000+01:002008-12-10T02:46:38.326+01:00Autunno, tempo di castagne<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgba9Hafz6VmKbSkGb6sVACMaWvEUfAx3xdAGcJgCAXhD-YVBykBLVwfj8Rt4WCD0HOXrYhCo2t3kjYR3o6nWkXaJFvuvBuSLzyse687I8V6Nlc7mXUmMhYHAzCrWBKh8ZsMUTenNeOFbYI/s1600-h/castagno_clip.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 228px; height: 204px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgba9Hafz6VmKbSkGb6sVACMaWvEUfAx3xdAGcJgCAXhD-YVBykBLVwfj8Rt4WCD0HOXrYhCo2t3kjYR3o6nWkXaJFvuvBuSLzyse687I8V6Nlc7mXUmMhYHAzCrWBKh8ZsMUTenNeOFbYI/s320/castagno_clip.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127086399582461634" border="0" /></a>L'autunno si sà, con i primi freddi, le piogge abbondanti e le giornate più corte, ci dà quel senso di torpore e di voglia di stare a casa a poltrire, magari di fronte ad un camino acceso. Però ci regala anche molti frutti e prodotti tipici, come bacche, noci, nocciole, funghi, olive, olio, vino nuovo, miele e castagne appunto!<br /><div style="text-align: justify;">Il castagno è un albero molto antico che cresceva su una vasta area che comprende tutta l'Europa meridionale, alcune località dell'Asia Minore, la costa settentrionale della Turchia, la Grecia, l'Algeria, la penisola balcanica, l'Austria fino ai Carpazi. Può essere trovato fossile anche in Germania, Inghilterra e Svezia, ma in queste regioni è stato importato dall'uomo. Ne esistono numerose varietà. Il castagno europeo e' una pianta longeva che può vivere oltre i mille anni. Il suo sviluppo è inizialmente molto lento e raggiunge il suo splendore vegetativo intorno ai 50 anni. E' una pianta che tende a crescere arrivando ad altezze di 30 metri, c<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjrR2K18w0SU8BlhKiUvTIGz8gBeoiumI_VBIlWqW1E9glDhp-xlSWFofI82UmlsLc_04iy-Nk3OeeyWPg2c5ZCemKwjF_GWQcb5uG1Zxmtkk0iycpVJO00KbrmGTTybyNV_fRZUBaG_KL/s1600-h/Castagno.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 294px; height: 220px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjrR2K18w0SU8BlhKiUvTIGz8gBeoiumI_VBIlWqW1E9glDhp-xlSWFofI82UmlsLc_04iy-Nk3OeeyWPg2c5ZCemKwjF_GWQcb5uG1Zxmtkk0iycpVJO00KbrmGTTybyNV_fRZUBaG_KL/s320/Castagno.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127086283618344610" border="0" /></a>on tronchi di circonferenza talora imponenti, chioma espansa e molto ramificata, foglie caduche, di forma affusolata, a margine seghettato, di colore verde intenso e lucide, più chiare nella parte inferiore. Le infiorescenze maschili sono rappresentate da spighe lunghe 10-20 cm di color giallo-verdastro. Quelle femminili sono costituite da fiori singoli o riuniti a gruppi di 2-3 posti alla base delle infiorescenze maschili. La fioritura si ha in piena estate. Ama i climi temperati e gli spazi illuminati dal sole, pur sopportando freddi invernali anche molto intensi.<br />Predilige i terreni acidi profondi, fertili e ben drenati e non molto pietrosi.<br />I suoi frutti, sono le castagne che si distinguono dai marroni, perchè di origine più selvatica, sono piccole e in genere in numero di 3 in un solo riccio. I marroni invece sono frutto di anni di coltivazioni e allevamento e sono più grandi e sono singoli in ogni riccio.<br />Questo è il periodo dell'anno in cui si raccolgono, per cui individuata la zona più vicina a voi ricca di boschi di castagno e armati di buona pazienza, di scarponi per il fango, ceste e io consiglio un berrettino che protegga da eventuali cadute di ricci sulla testa molto sgradevoli, mettiamoci in marcia per una bella raccolta o se non altro approfittiamone per una bella passeggiata nel bosco ossigenante e riposante alla riscoperta di queste tradizioni un po ancestrali.<br />Una volta raccolte la conservazione delle castagne prevede un trattamento con messa a mollo in acqua per una settimana dieci giorni circa, dopodiché una buona asciugatura e quindi la conservazione in un luogo fresco e asciutto in sacchi o ceste in cui sia possibile il passaggio di aria. In questo modo possono resistere per quasi tutto l'inverno.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGCjrKkZdyF_PtbXfy6eda36ua6Oe9EQ2E1acMhAL9Mptg0Nly2mHoKI1E16yp68H9BpuihRNdCbvhduu-7QlgtbMrD5R7mp3oWUMJYxgt92SKETEKvZSx2ImCSW2ITw-q0M_RhRPAv5N8/s1600-h/castagni.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 295px; height: 221px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGCjrKkZdyF_PtbXfy6eda36ua6Oe9EQ2E1acMhAL9Mptg0Nly2mHoKI1E16yp68H9BpuihRNdCbvhduu-7QlgtbMrD5R7mp3oWUMJYxgt92SKETEKvZSx2ImCSW2ITw-q0M_RhRPAv5N8/s320/castagni.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127086279323377298" border="0" /></a><br />Ci sono molti modi per cucinarle, come per esempio bollite oppure fatte essiccare e macinate per farne della farina con la quale è possibile confezionare torte (castagnaccio), frittelle di castagne, crepes, mousse, polenta. Personalmente però le adoro arrostite sul fuoco in una padella bucherellata, ma in mancanza di camino vanno bene anche al forno. La cottura al forno tende ad essiccarle molto, rispetto al fuoco diretto, per cui è consigliabile lasciarle cuocere ad una temperatura di 220°C per una mezz'ora o meno a seconda della grandezza. In genere accompagnare le castagne arrosto con un bicchiere di vino rosso giovane, fruttato e non molto forte, rende il pasto molto più ricco e saporito.<br />Non tutti sanno che le castagne arrosto restano spesso sullo stomaco per via della così detta reazione di Maillard (dallo scopritore della reazione) e cioè una trasformazione delle proteine che avviene in tutti gli alimenti che contengono zucchero (soprattutto glucosio) e proteine, ed è favorita da calore, luce, metalli, ambiente leggermente basico.<br />La reazione di Maillard dà origine a composti di varia natura, che a seconda della situazione possono dare caratteristiche positive o negative all'alimento.<br />Nel latte sterilizzato, per esempio, contribuiscono a dare lo sgradevole sapore di cotto e il colore grigio.<br /><div style="text-align: justify;">In altri casi, come nel pane tostato, nel caffè e nell'orzo tostato sono responsabili dell'aroma piacevole di questi alimenti.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd6W0i-uqDgyZDklBlKDYtW2kYTF7IMO-8cPeXkKVD1sXetsOEWUA1kc_v3JU_W1otOum-IcF_1WZXhaE0Av3ujZo-4-VIxdr8EvqC9hH3ejjSOAdW-lAAnIrvTQx908aA1aCSlUy5wWIY/s1600-h/marroni2.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 280px; height: 206px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd6W0i-uqDgyZDklBlKDYtW2kYTF7IMO-8cPeXkKVD1sXetsOEWUA1kc_v3JU_W1otOum-IcF_1WZXhaE0Av3ujZo-4-VIxdr8EvqC9hH3ejjSOAdW-lAAnIrvTQx908aA1aCSlUy5wWIY/s320/marroni2.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127086296503246514" border="0" /></a><br /></div>Dal punto di vista nutrizionale, le caratteristiche sono tutte negative, sebbene il fenomeno, generalmente, interessa solo una piccola parte dell'alimento e di fatto, quantitativamente, può essere trascurabile. Si ha infatti la perdita dell'amminoacidi lisina; l'effetto (presunto da alcuni autori) di alcuni prodotti intermedi della reazione che inibirebbe l'assorbimento intestinale di amminoacidi; l'indurimento del prodotto e la diminuzione della digeribilità delle proteine coinvolte dalla reazione.<br />La reazione di Maillard avviene anche nelle cellule vive ed è un fattore che determina l'invecchiamento delle cellule. Infatti i prodotti terminali della reazione si accumulano nei tessuti e ne alterano l'elasticità, a causa dei legami che formano con le molecole di collageno.<br />A questo punto non mi resta che salutarvi e augurarvi buon appetito!</div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8998919972888897040.post-29963933687398420822007-10-29T12:57:00.000+01:002008-12-10T02:46:38.881+01:00Buona prospettiva autunnale per le nostre montagne<div style="text-align: justify;">Sembra proprio che la stagione stia piegando verso un buon apporto idrico con piogge e neve per alpi e appennini.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV3M6z7cUo772RWD81DdHEHWRmXsgxfw3-7LvhXgS151U5Nw_x9UgQ53zHyYyAtuEvoLnqWmCZca3clw7hEeqsu5mLlfKj5YrJngZ_0L8zyb9nG2tfSE3QRLBeRsF1GTnHMLqc0o47ZQOF/s1600-h/MAPPA+pioggia_36.png"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 215px; height: 161px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV3M6z7cUo772RWD81DdHEHWRmXsgxfw3-7LvhXgS151U5Nw_x9UgQ53zHyYyAtuEvoLnqWmCZca3clw7hEeqsu5mLlfKj5YrJngZ_0L8zyb9nG2tfSE3QRLBeRsF1GTnHMLqc0o47ZQOF/s320/MAPPA+pioggia_36.png" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5126727610899455538" border="0" /></a><br />porterà ancoraGià la settimana scorsa si sono avute molte nevicate soprattutto in appennino, e poi molte piogge e ancora nevicate sulle alpi. Ora questa breve parentesi di bel tempo fa da preludio ad una nuova fase di maltempo che molte piogge e molta neve sulle alpi soprattutto questa settimana e poi ancora neve anche in appennino la settimana prossima.<br />Inoltre, dando uno sguardo in Europa, sembra ci sia un notevole raffreddamento del comparto russo-scandinavo, il che fa presagire un inverno piuttost freddo, se si dovesse mantenere questo il trend.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLp6MpMirAdg5miJXbGrLPBK3vNkuGcl_Jatoq2UBrFfT82jF4ZgZZVRIySAZvPEpFEbUENc0bALOmBbxr8tSi-jg3lAE3B2Iq4JDqoIhVbgTKh8SYFAOm-6GCeoEDKpmaJuEXkMMhjfL_/s1600-h/MAPPA+tmp850_36.png"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 227px; height: 170px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLp6MpMirAdg5miJXbGrLPBK3vNkuGcl_Jatoq2UBrFfT82jF4ZgZZVRIySAZvPEpFEbUENc0bALOmBbxr8tSi-jg3lAE3B2Iq4JDqoIhVbgTKh8SYFAOm-6GCeoEDKpmaJuEXkMMhjfL_/s320/MAPPA+tmp850_36.png" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5126727602309520914" border="0" /></a><br />Staremo a vedere.<br />Buon proseguo di stagione e cominciate a scioinare tavole e sci!!!<br />Emiliano<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizO4MO8lDzT2bp6nEASnwcgO744UVi5iQFfdYQEF2suyuA_0I3G2P4lB5h6B4zkza67XMiQO1OCldjOBGQv2uGcY3VXqLiyLtbSGtPlAXHvsKVYrWjCl5a3192xhOjIxrCp9PJd1dWRnsJ/s1600-h/STELVIOstelviolive_01.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 209px; height: 165px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizO4MO8lDzT2bp6nEASnwcgO744UVi5iQFfdYQEF2suyuA_0I3G2P4lB5h6B4zkza67XMiQO1OCldjOBGQv2uGcY3VXqLiyLtbSGtPlAXHvsKVYrWjCl5a3192xhOjIxrCp9PJd1dWRnsJ/s320/STELVIOstelviolive_01.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5126727606604488226" border="0" /></a><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><span style="font-size:78%;"><span style="font-style: italic;">Webcam del passo dello Stelvio e mappe delle precipitazioni e della situazione barica prevista per domani sera</span></span><br /></div>Emilianohttp://www.blogger.com/profile/04435697957235727899noreply@blogger.com0